L’uomo, gli animali, la caccia. – Ars Venandi
Pula, gara di Tiro al Piattello 26 maggio 2012
23 Maggio 2012
40° CAMPIONATO ITALIANO DI TIRO AL PIATTELLO SKEET
28 Maggio 2012
Mostra tutto

L’uomo, gli animali, la caccia.

Qual è la differenza tra uomo e animale? Non c’è!
L’uomo è un’animale! Nel ciclo naturale descritto da Darwin egli non è diverso
da nessun’altro animale in Natura. L’uomo fa parte della Natura, e come
tale deve rispettare ogni forma di vita, in quanto ogni vita ha pari
dignità. Nato come frugivoro ed evolutosi come onnivoro, l’uomo ha
trovato un ruolo nella natura. Perché cercare di scardinare gli
equilibri della Natura? Per un’amante della Natura, è Naturale andare
contro Natura? No. Ogni animale è capace di provare sensazioni,
emozioni, sentimenti e gli ultimi studi moderni lo stanno dimostrando.
D’altronde nel mondo umano, siamo governati da istinti che ci hanno
accompagnato pari passo con l’evoluzione. Uno di questi è il sesso, e
un’altro è il mangiare. Istinti pilotati dalla Natura affinché venga
tutelata la specie. In ogni regno animale, esiste “l’amore materno”,
così com’esiste nell’uomo, e in ogni regno animale dopo lo svezzamento
esiste una fase di ostilità all’interno della famiglia, che ti spinge
ad allontanarti e crearti una vita. Ciò non toglie però che se, la
scienza ci spalanca le porte nel mondo animale, e ci dimostra che per
esempio così come esiste nel mondo delle volpi una gamma di emozioni-
sensazioni, esiste anche nel mondo dei conigli. Ma pur esistendo, ciò
non impedisce a una volpe di mangiarselo. L’uomo ragionevole, oggi
giorno, non è quell’individuo che è in grado di scegliere su cosa
cibarsi, ma è quell’individuo che è capace di comprendere la Natura, e
dopo di che deve RISPETTARLA. La Natura “alleva” gli animali (prede),
per tutta la gamma di predatori presenti, ivi compreso l’uomo, perché
essendo un’animale ha pari dignità di qualsiasi altro animale! L’
evoluzione, e la crescita di popolazione ha portato l’uomo ad allevare
nel vero senso del termine gli animali per il proprio fabbisogno. L’
allevamento di un’animale, che si svolgeva fino a una trentina d’anni
fa, era totalmente diverso dall’allevamento moderno, poiché i metodi
usati prima, garantivano all’animale di vivere una vita mantenendo una
propria dignità sia essa di maiale, di coniglio o gallina. L’interesse
economico ha stravolto anche il metodo d’allevamento e ha portato a
vere e proprie torture, incarcerando milioni di animali, privandoli di
dignità facendoli nascere senza la consapevolezza di essere animali. I
problemi etici che ne sono nati, dalle modalità di macellazione, gli
innumerevoli sprechi di carne, dati da un surplus di macellazione
rispetto alla richiesta del mercato, e quindi si parla di uno spreco di
vite animali, ha portato la società ad una Smisurata, ma motivata,
Sensibilizzazione, andando questa ad attaccare alcune pratiche come la
caccia. La caccia intesa in senso lato, sia essa praticata nell’
uccidere con una fucilata un’animale selvatico, sia essa consistente
nell’uccidere un’animale con un pugnale all’interno di una gabbia,
deriva da quell’istinto atavico del mangiare. La caccia a differenza
dell’allevamento intensivo, che da molti può essere confusa come le
stesse barbarie nei confronti di animali, è giustificata eticamente e
moralmente dal fatto che la sorte di una preda incernierata, e quella
di divenire cibo ( e non uno scarto!). Il vero Animalismo e anche
Naturalismo è quello che non distingue gli animali di serie A e di
serie B, non è quello che vede l’uomo come spettatore della Natura, ma
è quello che vede l’uomo come parte integrante dei cicli naturali, che
rispetta ogni forma di vita, ma senza negare il fatto che essa possa
venire mangiata. Uccidere per mangiare non significa non rispettare la
Natura. Significa rispettarla! La natura è crudele, ma non è
sprovveduta. I problemi etici che riguardano la morte, oggi giorno sono
stati chiariti dalla scienza. Infatti in natura la morte di una
qualunque preda viene preceduta da una serie di eventi biochimici che
preservano l’organismo animale, allettando anche il processo naturale
della morte. Un’ esempio può essere dato dallo “stato d’animo” della
preda quando essa viene predata. Sia essa una gazzella predata da un
ghepardo, o un cinghiale o una lepre predata da un cacciatore con il
proprio ausiliare, quando è in procinto di essere scovata “la paura”
che essa prova si traduce nell’organismo come un accumulo di
adrenalina. Quest’ormone oltre ad essere la benzina della fuga,
rappresenta anche un “anestetico naturale” nei confronti dell’azione di
ciascun predatore, quindi una difesa nei confronti delle zanne o di una
fucilata. Detto questo è importante sottolineare che in Natura il
concetto di vita o di morte, non cambia da caso a caso. Non è che la
morte praticata ad opera di un’animale sia meno dolorosa o cruenta di
quella praticata ad opera dell’uomo… anzi! In natura la morte è morte.
Sottolineo in natura, perché tutti questi processi biochimici non
avvengono in cattività, un’animale domestico non prova paura nei
confronti di una figura umana che ha visto fin dalla nascita. Quindi
lascio all’immaginazione ciò che accade e ciò che possono provare
ciascun “pseudo animale” figlio dell’industria alimentare.
La sensibilizzazione nei confronti della società moderna legata ad alcune
pratiche quali la caccia sta proprio nel fatto che non si riesce a
distinguere ciò che è Naturale da ciò che non lo è.
Gli animali non sono stati creati per l’interesse economico. Ma ciò non toglie che
molti amanti della natura si ritengono animalisti, perché hanno il loro
bel cagnolino da lavare e accudire, e trattare come se fosse un figlio
o un fratello. Ma non si accorgono però, che la Farmacologia nel 2012 è
ancora basata sulla vivisezione, e non sulla sperimentazione in vitro.
Ma ciò non toglie il fatto che, quando si sta male tutti andiamo dal
medico o in farmacia così che alcuni valori passano in secondo piano,
a seconda delle nostre necessità. Molti usano cosmetici ma professano
un amore ipocrita nei confronti degli animali. Molti seguaci della Moda
Vegana, non si rendono conto che per essere sfamati, la coltivazione di
ortaggi, necessità oggi giorno l’uso di pesticidi. Ma un’ insetto è un
animale! Costituito da zampe occhi etc etc. Basta la figura dell’uomo
arrogante che si erge superiore a tutto, animali e natura compresa.
Basta la figura di un uomo che si scontra contro la Natura, perché
distruggendo ciò che ci ha portato avanti durante l’evoluzione,
potrebbe costarci l’inizio della fine. L’uomo si deve adeguare e
rispettare la Natura. Basta con ipocrisie! Rivolto anche a tutti coloro
che scelgono di mangiare vegetariano, pensando che l’allevamento porti
a deforestazione e consumi d’acqua per la coltivazione di foraggio e
mangimi per animali. Se tutti dovessero mangiare ortaggi per soddisfare
il fabbisogno reale di tutta la popolazione la deforestazione
esploderebbe e i consumi d’acqua idem. Lasciamo le cose come sono e
cerchiamo di vivere una vita dignitosa, secondo natura. E infine ci
tengo a precisare che la figura dell’uomo cacciatore nel 2012 è
giustificata oltre che per tutta la serie di motivi, ed oltre per la
sua figura di “selecontrollore”e dato dall’amore per la cinofilia. Il
cane, sia che appartenga ad una razza come l’uomo può o non può avere l’
istinto della caccia, il cane che vive con l’uomo non caccia per
istinto o per ricerca di cibo, ma per passione. La felicità che prova
un cane la domenica, prima di andare in campagna, o le strepitose ferme
o ancora i latrati a presso a una lepre o un cinghiale sono
testimonianza di quella passione. Non è l’uomo che insegna a cacciare
un cane, è puro istinto. Anch’essi mangiano pasta e carne tutti i
giorni. Concludo dicendo che allo stesso modo in cui esistono cani da
caccia, da compagnia, da guardia, esistono uomini da “bar”, da
“stadio”, che pratica sport e anche nel 2012 esiste ed esisterà sempre
l’uomo che va a caccia!
Mario Atzeni

.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *