Comunicato stampa piano di eradicazione cinghiali Parco La Maddalena – Ars Venandi

Comunicato stampa piano di eradicazione cinghiali Parco La Maddalena

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Comunicato stampa piano di eradicazione cinghiali Parco La Maddalena

Un quotidiano on line ha pubblicato alcune dichiarazioni del Presidente sugli abbattimenti selettivi di esemplari di ibridi “cinghiale x maiale”, enfatizzandone la portata e senza parlare degli obiettivi che tale metodo di controllo della popolazione si prefigge. Quanto riportato è solo un estratto di un’intervista radiofonica. Indubbiamente il termine utilizzato – “caccia” – non è appropriato per descrivere la modalità di eradicazione, attraverso abbattimento selettivo, di un animale introdotto dall’uomo in un ambiente naturale straordinariamente ricco di biodiversità. I danni prodotti da questi animali su specie protette e endemiche e in generale sul patrimonio naturale di Caprera sono rilevanti.

La questione dei cosiddetti “cinghiali” a Caprera è un’annosa problematica, purtroppo mai risolta definitivamente. L’introduzione a partire dagli anni Ottanta di alcuni esemplari di cinghiale ibrido (cinghialexmaiale) nell’isola di Caprera ha infatti determinato una serie di problemi di carattere ecologico e igienico-sanitario; tali criticità sono state affrontate nel corso degli anni attuando politiche di contenimento dei capi con prelievo di alcuni esemplari, ma si sono nuovamente presentati in modo allarmante nel corso dell’ultimo anno, con la comparsa di alcuni animali anche sull’isola di La Maddalena ed episodi di danni alle proprietà dei cittadini.
Nel corso della conferenza di servizi svoltasi nello scorso mese di febbraio – voluta dal Parco e dal Comune di La Maddalena alla presenza di tutti i soggetti istituzionali coinvolti: Corpo forestale Regionale e dello Stato, Ente Foreste, A.S.L, Provincia di Olbia-Tempio e Carabinieri – erano due le soluzioni prospettate dall’Ente Parco sulla base di un quadro normativo complesso, che impone particolare attenzione nelle procedure da adottare. La prima prevedeva l’avvio immediato delle procedure per la cattura degli animali con l’utilizzo di gabbie e successiva macellazione: un’attività che l’Ente Parco ha concretamente avviato a partire dal mese di maggio, subito dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni da parte degli enti competenti. Una seconda possibilità si articola invece in un percorso amministrativo più lungo che prevede l’abbattimento selettivo dei suidi col ricorso a personale adeguatamente formato.
Tali possibili modalità di controllo della popolazione di cinghialexmaiale sono state riassunte in alcune linee guida, approvate dal Consiglio direttivo dell’Ente Parco unitamente a due regolamenti che disciplinano le modalità di cattura e di abbattimento. Questi documenti, che costituiscono il piano di eradicazione degli ibridi di cinghialexmaiale, sono stati elaborati dai tecnici dell’Ente Parco e sono stati approvati senza alcuna osservazione sostanziale da parte del Ministero dell’Ambiente e dall’ISPRA.

Rispetto a quanto dallo stesso comunicato, il Presidente Bonanno intende precisare: «Il ricorso agli abbattimenti non ha niente a che vedere con la “caccia” al cinghiale, termine che nell’intervista radiofonica ho utilizzato sinteticamente ed erroneamente proprio per indicare tale metodo: l’ISPRA ha chiaramente fornito alcune indicazioni rispetto alle modalità con le quali le attività di abbattimento selettivo dovrebbero essere svolte in sicurezza e l’Ente Parco seguirà alla lettera tutti gli indirizzi e le linee guida degli organismi vigilanti. Il vero obiettivo primario dell’Ente Parco consiste nel preservare l’esistenza di diverse specie animali e vegetali che compongono il patrimonio di biodiversità di Caprera, oltre che la conservazione di manufatti anche storici, dall’azione incessante e dal carico eccessivo determinato dagli esemplari di questa specie ibrida introdotta dall’uomo e perciò del tutto estranea a questi luoghi».

Nelle aree protette non si dovrebbe mai cacciare: questo è un principio fondamentale che accomuna tutti i parchi e vale anche per il Parco di La Maddalena. Ciò per due ragioni: in primo luogo le aree protette sono territorio di sosta e riposo per gli uccelli migratori, ma al contempo esse diventano, nello stesso interesse dei cacciatori, luoghi per il patrimonio naturalistico, proprio come una riserva integrale in ambito marino. Nel caso in cui dovessero essere svolte attività di abbattimento selettivo di ibridi di cinghialexmaiale – cosa che è ben diversa dall’attività di caccia – sarà adottata ogni precauzione al fine di garantire che nessun’altra specie possa subire alcuna conseguenza negativa a seguito dello svolgimento di tali operazioni. 
Il ricorso all’abbattimento selettivo, quale modalità di eradicazione – e non controllo – di una specie ibrida introdotta dall’uomo che causa danni immensi al patrimonio di fauna e flora di Caprera, costituisce uno strumento al quale l’Ente Parco ricorrerà al fine esclusivo di salvaguardare questo habitat incredibilmente delicato, dove anche l’introduzione di specie “aliene” può costituire un elemento di distruzione. L’auspicio dell’Ente Parco è pertanto che questa nuova campagna di prelievo degli ibridi “cinghiale x maiale”, attualmente in corso, possa risolvere i problemi del sovrappopolamento di tali animali; diversamente, l’abbattimento selettivo potrà risolvere una volta per tutte le problematiche connesse alla loro presenza e potrà soprattutto restituire dignità all’isola di Caprera e a tutte le altre specie endemiche e protette di flora e fauna che la popolano e che costituiscono il suo immenso e straordinario patrimonio naturalistico.

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