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Verso una nuova stagione

Che la caccia sia nel mirino di tanti è cosa risaputa da tempo, ma che la stessa venga impallinata dai cacciatori è un po più complessa da digerire.
Quanto accaduto nella scorsa riunione di comitato faunistico mette in evidenza una totale assenza di confronto e organizzazione tra le tre rappresentanze sindacali (associazioni venatorie) che dovrebbero unitariamente difendere gli interessi dei cacciatori e (sempre insieme) evidenziare l’unità del mondo venatorio.
Tutti convengono (a parole) che l’unità costituisca l’elemento fondamentale per riacquisire la dignità perduta, ma sistematicamente, in corso d’opera, si decide di intraprendere percorsi diversi.
Questa volta le divergenze sono nate sulla possibilità di cacciare la volpe nelle settimane che precedono l’apertura della caccia grossa (proposta sostenuta dal CPA e bocciata da Federcaccia e UCS) e sul numero di tortore incarnierabili in pre-apertura (5 per CPA e 10 per le altre due associazioni).
Evito di esaminare i motivi che hanno spinto le associazioni a sostenere una o l’altra posizione, mi limito a sottolineare che con un pizzico di buona volontà il mondo venatorio poteva risparmiarsi questa magra e pessima figura.
Chiusa questa parentesi che funge da augurio per un prossimo lavoro congiunto delle tre sigle associazionistiche (e non solo, visto il gran numero di associazioni riconosciute o meno che possono contribuire enormemente al raggiungimento di importanti risultati) è giusto esternare quel pizzico di soddisfazione che emerge dal reinserimento nelle specie cacciabili di lepre e pernice.
Due sole mezze giornate, con un limitatissimo carniere di due pernici e una lepre a giornata, poco ma sempre meglio di niente.
Del resto era importantissimo recuperare due specie simbolo della caccia in Sardegna, e farlo subito, rappresenta un importante punto di partenza.
Per il resto, il Calendario ricalca quanto contenuto nel decreto dello scorso anno con l’importante conferma della chiusura al tordo al 31 gennaio (che anche questo costituisca un punto di partenza perché il mese di febbraio dev’essere recuperato da chi rappresenterà i cacciatori in Consiglio Regionale, perché la Corsica non è poi così lontana) l’apertura della caccia al cinghiale prevista il 1 di Novembre e la chiusura della caccia alla beccaccia confermata, purtroppo, al 20 di Gennaio.
Restano fuori inspiegabilmente dall’elenco delle specie cacciabili diverse specie di anatidi (codone, marzaiola, moriglione, moretta) cacciabili nel resto d’Italia.
Poteva andare (molto) meglio, ma allo stesso tempo, anche peggio (basta guardare la miriade di assurde proposte sfornate da gruppi e partiti politici, ultima quella del M5S che propone di limitare la caccia al solo cinghiale) .
Adesso non ci resta che incrociare le dita, auspicare che qualche giudice anticaccia non decida di ritagliarsi un briciolo di visibilità recependo le richieste di sospensiva invocate dalle solite sigle ambientaliste e prepararci ad affrontare nel migliore dei modi quelle sfide venatorie che ogni anno attendiamo con ansia.

di Emanuele Farneti

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