Maria Elena Ganadu, cacciatrice italiana – Ars Venandi
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Maria Elena Ganadu, cacciatrice italiana

Quest’articolo racconterà la storia di un evento agonistico di spessore nazionale che vede consacrare una ragazza sarda, Maria Elena Ganadu, ai massimi livelli della cinofilia italiana di categoria.

Nell’ultimo decennio, il numero di donne cacciatrici è costantemente aumentato. La dea protettrice della caccia, non a caso e’ una figura femminile Artemide, nel mondo ellenico, e Diana in quello romano. Tantissimi i capolavori che le ritraggono con arco e frecce e la presenza di un cervo. Statue del primo periodo classico datate intorno al 450 ac. sono conservate e visibili presso il museo del Louvre.

In Italia sono circa 30.000 le donne cacciatrici che vivono le giornate venatorie con professionalità e rispetto per la natura, e forse anche con un bel po’ di testardaggine in più degli uomini! E quando si viene alla luce con il seme nobile dell’arte venatoria, questo, per germogliare deve fare i conti con una realtà mai del tutto favorevole: ci vuole una forte dose di testardaggine per convincere il proprio padre, nonno o marito a farsi portare a caccia!

Ultimamente anche nella nostra Isola si è costatato un incremento femminile in tutto il compartimento venatorio, nelle varie discipline di tiro, ci sono diverse donne che gestiscono con professionalità armerie, attività di rappresentanza ed infine agoniste del mondo cinofilo. Il 27° Campionato di caccia denominato “ La cacciatrice italiana” realizzato in concomitanza con la 1° Coppa Italia per cani da ferma e cerca amatoriale, svolta il 10 e 11 settembre scorso sui terreni di Gonnoscodina, Gonnostramatza e Masullas, patrocinato dall’Assessorato allo sport e turismo della regione Sardegna, ha coinvolto un folto numero di appassionati e curiosi con una straordinaria ospitalità che contraddistingue da sempre la nostra Isola.

La meticolosa scelta dei terreni ha fatto registrare un’ assidua presenza delle scaltre pedinatrici ben distribuite per dar un opportunità d’incontro a quasi tutti i concorrenti, ma solo gli ausiliari più esperti ed equilibrati riuscivano a tener testa chiudendo a punti con il nostro straordinario galliforme. L’ambiente, caratterizzato da varie pendenze, ha dato modo ai giudici di verificare anche la resistenza dei garretti, l’espressione di movimento e….i polmoni dei conduttori! Ho rivolto alcune domande alla vincitrice di questa edizione per conoscere un po’ di più la sua persona, le sue impressioni sulla gara e le emozioni vissute. Volutamente trascrivo il suo discorso, perché nelle sue semplici parole si respira la semplicità delle emozioni e della motivazione che la accompagna nel percorso di questa sua intensa passione.


“Vivo a Porto Torres e ho 17 anni. Già da bambina molto piccola ho manifestato forte interesse per la campagna e gli animali in genere. All’età di 14 anni ho iniziato ad esprimere il desiderio di andare a caccia con mio padre Antonio, chiaramente il gusto era anche quello di sparare ed allora, per sicurezza, ho iniziato a praticare il tiro a volo seguita da un istruttore per conoscere bene l’uso dell’arma. La prima volta che sono andata a caccia era una battuta di caccia grossa poi a seguire non sono più mancata a una battuta qualunque essa fosse (pernici, lepri, tordi, tutto …) Il tipo di cacciata che preferisco è la caccia al cinghiale, dove partecipo come battitore con una mia muta di segugi nella riserva autogestita L’Eremittu di Palmadula dove mio padre è socio. Frequentando l’ambiente, sono venuta a conoscenza di alcune gare che venivano organizzate nella ZAC “La Corte del Cacciatore” di Mario Puggioni amico di mio padre che mi ha convinto a partecipare, cosi ho iniziato con alcune gare, molto importanti e divertenti per me. Successivamente mi hanno proposto di partecipare alla gara della Federcaccia “La cacciatrice Italiana” che si svolgeva a Gonnoscodina. Inizialmente ero un po’ titubante ma poi Mario Puggioni e Giampiero Camoglio, proprietario e addestratore del cane epanieul breton“Davide del Castello dei Doria” mi convinsero a partecipare.
Nello svolgimento della gara io ero molto tranquilla e serena e penso di aver trasmesso questo anche al cane, e così mi sono resa conto di quanto e bello e importante il rapporto che si instaura tra il cacciatore e il suo cane e la soddisfazione e la gioia che si prova quando il cane obbedisce perfettamente ai tuoi comandi. Il territorio in cui si è svolta la gara è collinare, bellissimo e tipico habitat vista la presenza di numerose pernici in tutti i turni. Quando hanno chiamato il mio turno sono salita in un piccolo costone e da li ho sganciato il cane che ha eseguito un buon lavoro di cerca ed è riuscito a fermare perfettamente una coppia di pernici, a quel punto ho sparato con la pistola a salve e il cane è stato corretto al frullo. Successivamente è stata eseguita la prova di riporto a freddo e anche qui il cane ha eseguito gli ordini alla perfezione.
Le cacciatrici sono molto poche, quindi non ho ancora avuto modo di confrontarmi e scambiare opinioni e esperienze, quelle che hanno partecipato alla gara mi sono sembrate molto entusiaste di parteciparvi .
Quando i giudici mi hanno comunicato che mi ero classificata 1° eccellente inizialmente pensavo fosse uno scherzo, ma poi quando ho realizzato ero troppo felice sia per me che per il cane. Alla premiazione non mi rendevo conto del risultato importante che avevo raggiunto, tutti mi hanno fatto i complimenti ed è stata una sensazione unica.
Questa vittoria la dedico a mio padre, perché condividendo la stessa passione riesce a capire le emozioni che si provano in questo tipo di attività sportiva e cinofila, ma ancora di più lo ringrazio perché essendo una donna invece di distogliermi da questa passione principalmente maschile, mi ha aiutato a coltivarla.
Ed infine un ringraziamento speciale a Mario Puggioni e Giampiero Camoglio.”
Per diritto di cronaca menziono la seconda classificata Maria Manconi che con il suo ausiliare Astra ha lavorato sodo per la preparazione di questa gara. Grande cacciatrice vanta grande esperienza sia in gara che in campagna. Maria è una madre esemplare dotata certamente di una grande pazienza considerato che che a casa anche suo marito è cacciatore e per di più giudice cinofilo! Una splendida famiglia dove l’arte venatoria si respira quotidianamente insieme al rispetto per gli animali e l’agonismo cinofilo.
Storie di vita in rosa, semplici ma cariche di traguardi e successi dettati da intensa passione e per fortuna sempre più presenti nel mondo venatorio della nostra fantastica Isola.”

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