I setters di Claudio Cortesi – Ars Venandi
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I setters di Claudio Cortesi

Claudio Cortesi assieme a Tricot, campione europeo caccia a starne 2008

Claudio Cortesi, classe ’50. Come chi lo ha preceduto in queste pagine, anch’egli fa parte di quella ristretta cerchia di personaggi della cinofilia sarda che senza tanto frastuono e con grande discrezione ha raggiunto con i propri cani dei risultati difficilmente eguagliabili, uno fra tutti la vittoria di due Campionati Europei.
Claudio Cortesi è conduttore dilettante, allevatore e proprietario sia di Setter Inglesi che di Pointer che corrono nella nota della “Caccia a starne”.
Persona distinta ed elegante nei modi e nelle parole, attraverso queste poche righe cercheremo di ripercorrere la sua carriera cinofila agonistica, dagli anni ‘70 a oggi.

Premesso che Claudio è prima di tutto un grandissimo appassionato di caccia con il cane da ferma e prevalentemente di caccia alla beccaccia, é con queste basi che ha intrapreso la sua esperienza di cinofilo.

Raccontaci i tuoi primi passi da cacciatore e da cinofilo

Ebbe tutto inizio nel lontano 1966, con la mia prima licenza di caccia, conseguita a 16 anni e il con mio primo vero pointer, Lea figlia di Lucaniae Luki del grande cinofilo Avv. Filippo Rautiis. Fu con Lei, grandissima cagna da beccacce, che nacque e crebbe in me la grande passione per la caccia ed in particolare per questa stupenda creatura del bosco.

Ci fu qualcuno, all’inizio della tua carriera agonistica cinofila, che ti aiutò a cimentarti in questa difficile disciplina?

Nel 1975 ebbi l’onore e il piacere di conoscere Rudy Lombardi, che a quel tempo non era ancora il famoso dresseur professionista che tutti noi ora conosciamo e ammiriamo. Il suo incontro fu decisivo per due motivi: con la sua frequentazione nacque in me la passione di condurre i cani in prova di lavoro e da lui nel 1979 acquistai una importante pointer dal nome Ester di San Pellegrino con cui consegui il mio primo C.A.C. su pernici sarde a Villasor e che riuscii a far proclamare Campione Italiano di Lavoro 1985.

Brucles, campione italiano e internazionale – Kapò x Tricot

Quale dei tuoi cani ti permise di portare il tuo nome alla ribalta in ambito internazionale?

Nel 1982 acquistai un cucciolo di pointer maschio dal Dott. Guberti, titolare dell’affisso “Del Vento” di nome Epiro del Vento Sarà il cane più importante della mia vita, non solo divenne Campione Italiano di Lavoro nel 1990 ma vinsi con Lui il Campionato Europeo a selvatico abbattuto a Burgos in Spagna. Fu un immensa emozione.
Per inciso, credo che il Dott. Guberti sia l’allevatore che abbia maggiormente influito alla creazione del pointer moderno così come ora noi lo conosciamo

Dopo Epiro del Vento cosa accadde?

Dopo 10 anni e tanti cani portati avanti, riuscii a far proclamare nel 2000 Campione Italiano e nel 2001 Campione Internazionale un altro mio pointer, il maschio bianco nero Zac di San Pellegrino. Un altro mio grande pointer è (Aristani’s) Kinnon, figlio di Ribot della Noce per Ala allevato dal mio caro amico Sandro Cabras. Kinnon ottenne il 3° Ecc. al Derby del 2007 ed in seguito divenne Campione Italiano di Lavoro. Venne anche convocato nella squadra che rappresentava l’Italia al Campionato Europeo Caccia a starne.
Il cane attualmente corre nella nota della caccia a starne condotto da Luigi Maggiolo anche se recentemente abbiamo deciso di farlo cimentare nella nota superiore, quella della Grande Cerca, con ottimi risultati.

Parlaci dei tuoi setter e dei tuoi “prodotti” come allevatore.

Nel 2003 con una setter bianca e nera di nome Clarissa, bravissima nelle prove a beccacce e nelle prove Sant’Uberto, sono arrivato secondo assoluto nel Campionato Italiano a squadre F.I.d.C. rappresentando la Sardegna. Ma le più grandi soddisfazioni le ottenni dalla setter in parola in riproduzione, poiché dalla cucciolata che feci nel 2004 nacquero, a casa mia, due importantissimi cani: Leo e Tricot.
Il primo è un cane fortissimo nelle prove a beccacce, primo sulla Giara di Gesturi nel marzo del 2007 e subito dopo nelle prove a Bonorva, sempre a beccacce, ottenne il 1° Ecc. CACIT.
La seconda nel 2006 vince il trofeo starnista D.O.C. e diviene Campione Italiano di Lavoro.
Nel marzo del 2007 diviene Campione Internazionale di lavoro dopo aver ottenuto il CACIT alla conclusione di uno stupendo barrage tenutosi in Spagna.
Tutto questo è il preludio del grande risultato che arriva nel 2008.
Tricot, condotta da Luigi Maggiolo, vince il Campionato Europeo Setter femmine Caccia a starne in Francia, con la mia duplice grandissima soddisfazione di essere proprietario e allevatore di questa stupenda cagna.

Claudio Cortesi assieme ad Alice e Francini’s Diva

Tricot si è dimostrata una “grande”, oltre che per i risultati ottenuti sul campo anche in riproduzione.

Si è così. Infatti nel 2008, nel proseguo della mia esperienza da allevatore, decido di far coprire Tricot da Kapò (CH. IT. INT. di lavoro, CH TRIALLER e CH RIPR ) condotto da Ademaro Scipioni; cane di indiscusso stile setter.
Nascono sei cuccioli e tra questi scelgo una femmina bianco fegato di nome Bruclé.
La cagna ha appena compiuto tre anni ed è già una conferma. Presentata in Serbia ed in Polonia, ha ottenuto i risultati per essere proclamata Campione Italiano di Lavoro, tra cui un 1° Ecc. CACIT., una Riserva di CACIT e 9 ECC.

Cortesi con un bel carniere di “barbare”

Questo è il racconto di quarant’anni di una stupenda storia cinofila di uomo che ha dedicato parte della propria esistenza ai cani, che l’hanno ripagato con gli importanti successi conseguiti. Un piccolo grande consiglio che ho potuto carpire da Claudio, a “microfoni spenti” è l’importanza che riveste per il cane la fase da cucciolo, talvolta erroneamente sottovalutata. In questo periodo è di fondamentale importanza consentire al cucciolo di effettuare il maggior numero di esperienze: condurlo a contatto con le persone, con i suoi simili, con gli altri animali, porlo in svariate situazioni ambientali dissimili tra loro, in modo da consentirgli un’esperienza variegata che aiuterà la sua formazione cerebrale.
Di contro un cane lasciato nel suo box sino a quando il proprietario non ritiene che sia giunto il momento di metterlo a contatto con la selvaggina, rischia di avere una formazione “monca” che si ripercuote negativamente sia nell’ambito della caccia sia nella gestione quotidiana del cane.
Grazie Claudio, in bocca al lupo per il futuro, con l’augurio di portare ancora in alto la fama della cinofilia sarda attraverso i successi dei tuoi cani.

Pierpaolo Pirisi

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