Osservazioni e proposte di modifica al calendario venatorio 2014/2015 presentate da C.P.A. – Ars Venandi

Osservazioni e proposte di modifica al calendario venatorio 2014/2015 presentate da C.P.A.

Il calendario venatorio 2014/15 resta invariato
8 Gennaio 2015
Comunicato FIDC su riunione CRF
12 Gennaio 2015
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Osservazioni e proposte di modifica al calendario venatorio 2014/2015 presentate da C.P.A.

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cpaOggetto: osservazioni e proposte di modifica al calendario venatorio 2014/2015 Decreto n° 16377 /DecA/ 1 del 28.07.2014.

Il riferimento al Calendario Venatorio citato in oggetto, pur avendo rilevato notevoli incongruenze, ci riserviamo, dati i tempi e il pressante momento contingente, di limitare le nostre osservazioni e proposte a modifiche attuabili nella seduta odierna. Premesso che la nostra vuole essere una critica costruttiva, ci preme comunque sottolineare che la frase “Visto lo Statuto speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione;” è fuori luogo, in quanto se fosse stato veramente preso in considerazione lo Statuto Speciale oggi non saremo qui a fare delle osservazioni. Vorremo inoltre che si tenesse presente ciò che l’art. 3 comma 3 della L. 157/92 cita: “Le Regioni a statuto speciale e le Province autonome provvedono in base alle “competenze esclusive” nei limiti stabiliti dai rispettivi statuti”. In pratica la nostra Regione ha la facoltà di applicare al meglio la legislazione nazionale alle specificità dei proprio territorio.
1 – Relativamente alla chiusura della caccia alla beccaccia, in considerazione della recente analisi realizzata dal Centro Studi Beccaccia (allegato n° 1) approvata dall’ISPRA, si chiede di valutare la possibilità di consentire la caccia a questa specie per tutto il mese di Gennaio, in quanto anche nello studio presentato (a pag. 11) si ritiene utile per la Sardegna mantenere la possibilità dei prelievi alla specie. Da considerare inoltre che la caccia alla beccaccia è praticata da un ridottissimo numero di cacciatori che tra l’altro collaborano con il CSB Sardegna.
2 – Relativamente alla chiusura della caccia al tordo bottaccio, si ritiene che la scelta di chiuderla all’8 di Gennaio è apparsa da subito palesemente vessatoria nei confronti dei cacciatori, che vedono ridursi sempre più specie cacciabili e tempi di caccia, senza il supporto di argomenti tecnico-scientifici che li giustifichino, e aprioristicamente assunta nella evidente considerazione negativa che si ha del mondo venatorio. Se poi analizziamo la chiusura del tordo sassello con una decade successiva al bottaccio, corriamo veramente il rischio di cadere nel ridicolo. Ad ogni buon conto, riteniamo assolutamente scontata la legittimità della chiusura ordinaria del bottaccio al 31 di Gennaio, secondo quanto stabilito da una legge dello Stato che non ha subito in proposito alcuna variazione (art. 18, comma 2 Legge n.° 157/92). Se con la chiusura del tordo bottaccio all’8 di Gennaio si sono volute pedissequamente seguire le indicazioni dell’I.S.P.R.A., ci permettiamo di ricordare che l’art. 7, comma 1, della 157/92, qualifica questo istituto come “Organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza per lo Stato, le Regioni e le Provincie”, la cui funzione istituzionale non può essere quella di sostituirsi alle Amministrazioni nelle scelte in materia di caccia. La consultazione di tale organo ha carattere di obbligatorietà, ma i suoi pareri non sono comunque vincolanti. Peraltro, se attualmente i Key Concepets stabiliscono che la migrazione del bottaccio comincia nella seconda decade di gennaio, dati pubblicati dallo stesso I.S.P.R.A. (ricatture di soggetti inanellati all’estero) dimostrano l’inizio della migrazione pre-nuziale in Sardegna e in Liguria addirittura nella prima decade di Febbraio e nell’ultima di Gennaio. Inoltre, la Guida Interpretativa della Direttiva 79/409/CEE, oggi modificata dalla Direttiva 147/2009/CEE, ai paragrafi 2.7.2 e 2.7.9, stabiliscono la tolleranza di una decade di sovrapposizione fra caccia e inizio della migrazione, confermando, se ce ne fosse bisogno, la opportunità e legittimità della chiusura al bottaccio al 31 di gennaio, come stabilito dalla legge nazionale. A ulteriore sostegno della nostra richiesta alleghiamo inoltre (allegato 2) le motivazioni presentate dal CRF della Toscana, che ha stabilito la chiusura al 31 Gennaio 2015.
Se a ciò aggiungiamo, a supporto delle nostre ragioni, che:
- studi dell’ex Ufficio Regionale della Fauna Selvatica ci danno punte massime di partenza del bottaccio tutto il mese di Marzo (vedi a pagina 31);
- che recenti studi dell’Ufficio Avifauna Migratoria della Federcaccia registrano in Puglia partenze nella prima decade di marzo;
– che la fondazione FEIN, che gestisce l’Osservatorio Ornitologico di Arosio, pubblica i risultati degli inanellamenti dal 1994 al 2010, dove possiamo notare che il più precoce è del 25 febbraio (1988) e il più tardivo è del 27 aprile (2010);
- che i primi studi Anthus ci danno l’inizio della migrazione a Febbraio inoltrato,
ci sentiamo autorizzati a proporre il posticipo della chiusura al bottaccio alla prima decade di Febbraio, come contemplato all’art. 18, comma 2, della Legge 157/92, come modificata dalla legge Comunitaria 2009. Se poi pensiamo che, anche in totale assenza di dati, come stabilito al paragrafo 2.7.10 della Guida Interpretativa, gli stati membri possono avvalersi dei dati di Regioni europee confinanti, la nostra convinzione che si possa posticipare la chiusura del bottaccio alla prima decade di Febbraio appare inoppugnabile. Infatti è noto che lo I.M.P.C.F., organismo istituzionale francese, per il sud-est della Francia e per la Corsica registra da tempo un inizio della migrazione pre-nuzionale del torbo bottaccio dalla seconda decade di Febbraio.
Se la Corsica appartiene politicamente alla Francia, nessuno può negare che geologicamente, geograficamente, sotto l’aspetto naturalistico e ambientale, sia molto più vicina a Sassari che a Parigi.
3 – Le stesse motivazioni riferite per il tordo, possono essere applicate anche per alcune specie di anatidi, ciò permetterebbe una minore pressione venatoria sulle specie cacciabili.
4 – Relativamente alle forme di caccia (pag. 5 punto 3) condividiamo appieno l’analisi riportata nel calendario venatorio 2014/2015, che spiega e motiva la scelta delle due giornate di caccia. Non comprendiamo però come mai in questi ultimi due anni, non ci è stato più concesso di cacciare nelle giornate festive infrasettimanali ricadenti di Martedì e Venerdì. È appena il caso di ricordare che la Corte Costituzionale, a seguito di un ricorso presentato da alcune Associazioni animaliste, confermò la validità della L.23/98, escludendo solo l’articolo 49. Probabilmente ci sarà qualche nuova norma o sentenza della quale non ne siamo a conoscenza, se così non fosse vorremmo venirne a conoscenza. In considerazione che la L.23/98 prevede due giornate di caccia settimanali più i festivi, si chiede l’integrazione delle giornate non computate nel calendario venatorio 2014/2015, ricadenti nelle settimane che vanno dal 22 al 28 Dicembre, dal 29 Dicembre 2014 al 4 Gennaio 2015 e dal 26 al 31 Gennaio. A tal fine si propongono le seguenti giornate aggiuntive: sabato 17, 24 e 31 Gennaio 2015, solo per la caccia minuta.
5 – Per quanto riguarda la caccia al cinghiale, i cacciatori sardi chiedono che venga ripristinata la data storica per l’apertura a questa specie, ovvero l’8 Dicembre. In alternativa si chiede che il numero massimo delle giornate di caccia sia compreso tra dieci, dodici giornate per annata venatoria. I cacciatori chiedono inoltre l’annullamento delle due giornate consecutive e la riduzione del numero dei capi consentiti da 40 a 20 capi giornalieri. In merito all’utilizzo dell’arma, si chiede che la carabina a canna rigata possa essere usata anche con il sistema della girata, in quanto con tale autorizzazione, oltre ad una maggiore sicurezza, si avrebbe una minore pressione venatoria sulle altre specie, poiché chi utilizza la carabina a canna rigata, a differenza dell’anima liscia, può utilizzare solo cartucce caricate a palla. A tal proposito si chiede che venga inserito il divieto di porto di pallettoni durante le battute di caccia al cinghiale, inserendo delle significative sanzioni per i trasgressori. Si chiede inoltre che venga recepito per intero il Decreto Legge n° 91, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24/06/2014, nel quale si conferma che per la sola caccia al cinghiale è possibile l’utilizzo del caricatore a cinque colpi per i fucili ad anima rigata. Riteniamo che la possibilità di utilizzare i cinque colpi nel caricatore possa servire da incentivo per l’utilizzo della carabina a canna rigata, che come Voi sapete, per il metodo e per il tipo di caccia risulta essere molto più sicura dei fucili ad anima liscia. I Funzionari dell’Ufficio caccia sono in possesso del video che lo conferma. Ci teniamo a precisare che la nostra richiesta è giustificata anche dal fatto che la Regione Sardegna ha chiesto di abbattere più cinghiali, pertanto la non concessione dei cinque colpi sarebbe in palese contraddizione con quanto richiesto dagli Uffici regionali. L’unico scoglio potrebbe essere la Convenzione di Berna che tutela il “meridionalis”, ma ormai è noto a tutti che a causa del rinsanguamento con il sus scrofa scrofa e sus scrofa majori, il sus scrofa meridionalis è praticamente estinto. A tal proposito esistono degli studi scientifici territoriali che avallano quanto sostenuto.
6- In riferimento all’Art. 7 del calendario venatorio, si fa presente che molti cacciatori sono disponibili a prestare la propria professionalità per abbattere le volpi (e altri animali considerati dannosi), ma non si può pretendere che le battute di caccia a queste specie vengano effettuate nelle già ridotte giornate di caccia. Si chiede pertanto che in
questa sede vengano stabilite almeno altre tre giornate di caccia (andrebbero bene le tre giornate di Febbraio) da dedicare esclusivamente al contenimento delle specie invasive e Alloctone, naturalmente eseguite sotto la sorveglianza del CFVA.
Se ciò fosse attuato, si potrebbe programmare nel breve periodo una seria politica di ripopolamento per la nobile stanziale e per il coniglio sardo, ma per fare questo, ribadiamo che c’è la necessità di intervenire drasticamente, nei tempi e nei modi dovuti verso tutte quelle specie, il cui ormai incontrollato sovrappopolamento, hanno creato un dannoso e preoccupante squilibrio a sfavore palese di specie come: Nobile stanziale, selvaggina protetta e particolarmente protetta non escludendo, il particolare ambiente silvestre mediterraneo, contribuendo come vettori vitali alla diffusione di infezioni infestanti (vedi PSA) per la fauna e anche per l’Uomo.
7 – In riferimento all’Art. 9 del calendario venatorio, che prevede la caccia alla posta senza l’uso del cane, vogliamo portare all’attenzione dei componenti del Comitato Regionale Faunistico che l’inserimento di tale norma, comporta di conseguenza l’abbattimento di tantissimi animali in più. Di norma la caccia alla posta si pratica in prossimità di vegetazione molto fitta, pertanto gli uccelli abbattuti cadono all’interno di rovi, cespugli ecc, e il fatto di non poter utilizzare il proprio ausiliario comporta la perdita della maggioranza degli animali abbattuti, con la “logica” conseguenza che il cacciatore continua a sparare fino al raggiungimento della cattura dei capi consentiti. Per porre rimedio a questa inutile perdita e poco etica, si chiede che la caccia alla posta, sia consentita con l’uso dei cani da riporto.
8 – In riferimento all’articolo 14, si chiede che la frase “ l’uso di gilet ad alta visibilità” sia sostituita con “l’uso di indumenti ad alta visibilità”, in quanto così com’è scritta, può dare adito ad inutili contestazioni. Si chiede inoltre, onde evitare spiacevoli conseguenze, che anche il personale addetto ai controlli (CFVA, Guardie venatorie, ecc), in occasione delle verifiche effettuate durante le battute di caccia al cinghiale, indossino indumenti ad alta visibilità.
9 – In merito al carniere dei colombacci previsto per il mese di Febbraio, si chiede il ripristino di 10 capi.
10 – Per ultimo vorremmo sottoporre alla Vostra attenzione la questione del ripopolamento che come già sapete non si esegue più da parecchi anni, il tutto avendo a disposizione due centri di eccellenza (Bonassai e Monastir) di riproduzione della pernice e della lepre sarda, che da anni producono selvaggina. Ci risulta che nei centri siano presenti circa 20.000 pernici e 5.000 lepri, che allo stato attuale stanno gravando solo sulle casse regionali.
A tal proposito chiediamo che questo argomento sia affrontato in una riunione assestante, dove si possano ascoltare le proposte e programmare una seria politica di ripopolamento.
Il Presidente Regionale Marco Efisio Pisanu

 

2_Proposte_e_osservazioni_per_CRF_del_8.01.15_-_8_Gennaio_2015.pdf

Tordo_-_Proposte_e_osservazioni_presentate__CRF_del_8.01.15_-.pdf

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