Comunicato Associazioni Venatorie e armieri sardi – Ars Venandi

Comunicato Associazioni Venatorie e armieri sardi

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Comunicato Associazioni Venatorie e armieri sardi

schermataAl Governatore della Regione Sardegna 

All’Assessore Regionale all’Ambiente 

Ai Consiglieri Regionali 

Agli Organi di Stampa 

Ai Cacciatori sardi 

Loro sedi 

Con la presente L’Associazione Armieri Sardi e Agenti del settore, unitamente alle Associazioni venatorie C.N.L., C.P.A. e U.C.S. intendono esprimere l’immenso rammarico per l’ennesima beffa rifilata alla categoria e all’intero mondo venatorio. 

Dopo le “ingenti” promesse di equiparare la nostra regione alle restanti regioni Italiane, e alle costanti dichiarazioni di tutelare tutto l’indotto economico che ruota intorno al mondo della caccia, l’attuale classe politica ha deciso di calpestare nuovamente i nostri sacrosanti diritti. 

Le frottole legate all’impossibilità di prorogare la caccia ai tordi sino (e oltre) il 31 gennaio sono state più volte smentite (a testimoniare il tutto i calendari di diverse regioni Italiane, vedi regione Lazio, Calabria, Umbria, etc) . 

Inoltre grazie alla disponibilità di Face Italia l’assessore era in possesso di tutto l’occorrente necessario per porre rimedio al calendario in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato. 

Oramai è chiaro a tutti; manca la volontà politica di porre rimedio alla nostra “crociata”. 

Le Parole pronunciate dal Presidente On. Cappellacci e da diversi suoi Consiglieri che militano in diversi partiti dell’attuale maggioranza, risuonano nelle nostre stanze come l’ennesima presa per i fondelli. 

Non possiamo rimanere indifferenti di fronte agli errori commessi (ci auguriamo in buona fede) dalla Regione Sardegna durante la stesura del calendario venatorio 2012-2013 che hanno dato vita alla sentenza “beffa” del Consiglio di Stato. Né tantomeno al mancato coinvolgimento dell’Istituto Scientifico Regionale, istituito dalla Giunta Cappellacci, per l’applicazione del regime venatorio in deroga, sancito con l’approvazione della legge n° 5 del 2011, dichiarata legittima dalla sentenza della Corte Costituzionale lo scorso gennaio 2012. 

Inutile sottolineare che le associazioni sopra-citate faranno il possibile per veder riconosciuti i diritti dei propri iscritti nelle opportune sedi e si opereranno in ogni modo per evitare che gli “attuali” rappresentanti politici possano, attraverso i consensi elettorali, ricoprire scranni più alti apportando ulteriori beffe all’intero paese. 

comunicato.pdf

 

***Così riceviamo e così pubblichiamo***

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