Un concorrente di Sassari sul podio. – Ars Venandi
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Un concorrente di Sassari sul podio.

La più alta espressione della cinofilia Nazionale si è data battaglia sul campo della Marsiliana in provincia di Grosseto per la quarta edizione della Coppa Italia per cani da seguita su cinghiale indetta dalla Federazione Italiana della Caccia.

Come nelle tre precedenti edizioni, si è potuto contare sull’ospitalità della famiglia Corsini nella tenuta di loro proprietà in località Marsiliana sia per i terreni di gara, sia per la cerimonia di premiazione all’interno di una sala del castello. La competizione ha visto la supervisione di tre giudici ENCI e tre giudici federali.

Competizione per cani da seguita che ha visto i vincitori delle varie sezioni provinciali prima, regionali e semifinali dopo, disputare in tremila ettari di boschi e macchia mediterranea la finalissima organizzata dalla sezione provinciale di Grosseto.

La finale di coppa Italia per i cani da seguita si svolge come una vera battuta al cinghiale, infatti, ciascun finalista deve provvedere ad organizzare una vera squadra di caccia con battitori e poste, essendo previsto anche l’abbattimento del cinghiale stesso. Si tratta, infatti, come ha sottolineato il Presidente della federcaccia Gianluca Dall’Olio non tanto di una manifestazione cinofila ma di una rappresentazione venatoria. La gara svoltasi nelle giornate del 27 e 28 gennaio ha visto sul podio la muta di Ariegeois di Giuseppe Prò (Arezzo) secondi classificati i Petit bleu de Gascogne di Dimani Giuliano (Savona) e terzo a una manciata di punti la muta di Beagles di Alessandro Satta (Sassari).

La gara denominata ”Coppa Italia per cani da seguita” si divide in tre categorie ”Mute, coppie, e singoli” è caratterizzata da una dura selezione che partendo dalle eliminatorie provinciali passa alle selezioni regionali e ad una semifinale nazionale svoltasi per il 2009 a Paganico ”Grosseto”. Semifiale alla quale solo due Sardi ”nella categoria mute” sono riusciti ad arrivare, Cristian Pili (Cagliari) che con la sua muta di segugi italiani a pelo forte, purtroppo non è riuscito ad arrivare alla finale ed Alessandro Satta che con sei beagles qualificati eccellenti secondo, e il detentore della coppa Italia precedente Golfredo Pacchiarotti con i suoi segugi del giura in prima posizone.

Il turno della finale del sassarese Alessandro Satta ha inizio alle 10.30 dopo che il capocaccia della tenuta ha posizionato le poste in un ampia valle delimitata da due strade sterrate utilizzate per il trasporto del legname e un ruscello. Dopo che i giudici E.N.C.I. hanno effettuato i controlli di rito sui documenti di identificazione e morfologia dei sei cani in gara, dopo che i tre giudici F.I.D.C. hanno controllato la regolarità e la sicurezza delle poste, la tromba squilla e la competizione ha inizio.

In lontananza rimbombano ancora i latrati dei Petit bleu de Gascogne di Giuliano Dimani, concorrente del turno precedente, monito a dover far bene obbligatoriamente. I cani condotti da Alessandro Satta e Rino Delogu allo sgancio dimostrano iniziativa e concretezza scendendo velocemente fino al centro di un ampia valle di fronte alle poste e attaccando con un sonoro abbaio a fermo. Pochi istanti e i cinghiali partono all’arrivo del resto della muta, comincia un incalzante seguita che sfila per due volte davanti ai postaioli palesando prima uno e poi sei animali ma non inseguiti dai cani e quindi non abbattibili per regolamento.

Il cinghiale braccato dalla muta rompe sul lato nord della battuta e attraversa la strada principale di collegamento della riserva, i giudici hanno modo di vedere cani e cinghiale e di accorgersi che uno dei cani ritarda i tempi del passaggio e pur essendo sulle tracce dello stesso animale viene squalificato. Solo cinque cani su sei rispettivamente quattro eccellenti e un molto buono prendono la qualifica pregiudicando la vittoria.

Recuperati i cani ci si accorge che il cane in ritardo sulla muta zoppicava vistosamente e il pensiero che un piccolo incidente abbia pregiudicato una gara tanto difficile e importante lascia un pizzico di amaro in bocca ai concorrenti sardi.

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