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Una giornata particolare

Una Domenica, come tante, ma oggi c’ è il cambio di ora legale dovrei portare indietro le lancette dell’orologio e dormire un’ora in più, ma la mia passione chiama, la sveglia alla solita ora, le cinque del mattino, un cafè, e… caricato tutto, (casse dei cani, fucili e frigo), sulla macchina dell’amico Piero, si va, prima tappa, decidiamo di fare la posta al coniglio, ci mettiamo a una certa distanza da una zona dove ci sono delle tane e aspettiamo che qualcuno di questi rientri dal giro notturno, l’aria è frizzante il buio ricopre ancora ogni cosa, ma è questione di minuti tra poco come un velo scuro scivolerà via lasciando spazio alla luce, e il miracolo si ripeterà un’altra volta, un nuovo giorno, io lì che aspetto in silenzio, intanto il sole con la sua luce timidamente riempie gli spazi bui, quel momento, il rientro in tana non è avvenuto, torniamo in macchina e lasciamo che i nostri cani incomincino a lavorare, questi sembrano impazzire il terreno e l’aria sono ricchi di tracce odorose, di selvatici che hanno girato per tutta la notte, il cisto e l’erba è bagnata di brina, qui e là ogni tanto una lumaca fa capolino da dietro le foglie, ogni tanto al passaggio, i cani smuovono piante che emanano odori forti che si perdono nell’aria, giriamo quelle campagne in lungo e in largo, ma di conigli manco l’ombra, eppure, le loro tracce le abbiamo trovate, decidiamo allora di andare da un’altra parte verso le montagne di Dolianova, per poi ricongiungerci con il resto dei compagni con i quali in periodo di caccia grossa si forma la squadra, l’idea è quella di ritrovarci a pranzo tutti insiemi per poi organizzare per la prossima apertura al cinghiale, caccia che gran parte dei cacciatori aspetta con trepidazione, arrivati sul posto provo a chiamarli col telefonino, ma di segnale manco l’ombra, decidiamo di farci una girata, quando mi ricordo di avere nello zaino la ricetrasmittente, provo a chiamare …e dopo un paio di prove, dall’altra parte rispondono, li avvisiamo che noi ci siamo fermati in una zona più in basso rispetto a loro, e che dopo saremmo andati a mangiare tutti insieme, intanto faccio cenno all’amico Piero che uno dei miei cani a trovato traccia di qualcosa, dopo un po’ non molto più avanti una quaglia vola via, il cane la insegue facendo dei balzi in alto quasi a volerla acchiappare, ma è solo un modo per superare la barriera del cisto, e vedere dove va a posarsi, andiamo alla ricerca di questa, intanto per terra solchi di varie misure, la terra è smossa da poco ancora la brina non l’ ha bagnata, quando uno dei miei cani, il segugio istriano emette un abbaio, poi ne segue un altro, poi un altro ancora ora si aggiunge l’abbaio anche dell’altro mio cane, il tempo di realizzare e i cani sono giù infondo al canalone, distanziati di un centinaio di metri due scrofe, una di colore marroncino rossastra, l’ altra marroncino tendente allo scuro ma con il capo infoltito di setole bianche, bellissime al trotto filano via in un loro sentiero, io dalla mia posizione in alto su una roccia guardo la scena , cerco nelle tasche la mia digitale, che porto sempre con me ma prima ancora che riesca a filmare l’ evento, queste scompaiono dietro il crinale, i cani dietro inebriati dall’odore di quel loro nemico, da sempre, per oltre un quarto d’ora ho sentito i cani abbaiare nella vallata sotto, ed io su a chiamarli, dopo circa una mezz’ ora prima uno poi l’altro sono rientrati, ero felice di rivedermeli li, vicino, felice che i due cinghiali non gli avessero caricati, felice perché per l’ennesima volta mi hanno dimostrato che la voglia di lavorare c’ è, non importa che non si sia preso nulla, sono appagato quando vedo i cani lavorare, intanto si è fatta ora di pranzo arriviamo alla casa in montagna, il fuoco è già stato acceso come del resto le graticole sono già scaldate e pronte a ricevere quella carne che ognuno di noi ha portato, messa la tovaglia e imbandito il tavolo tra un pezzo di salsiccia, qualche sottaceto, le solite fettine di lardo di colonnata che non manca mai, si incomincia a mangiare accompagnando il tutto con del vino nero o con della birra per chi la preferisce, ricordando e fantasticando sulla imminente apertura al cinghiale, finiamo di mangiare e dopo aver sorseggiato il cafè appena fatto ci salutiamo dandoci appuntamento alla Domenica ventura.
Massenzio Pitzalis

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