Movimento Sardo Pro Territorio annuncia stato di mobilitazione popolare contro Parco del Gennargentu – Ars Venandi

Movimento Sardo Pro Territorio annuncia stato di mobilitazione popolare contro Parco del Gennargentu

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Movimento Sardo Pro Territorio annuncia stato di mobilitazione popolare contro Parco del Gennargentu

Schermata 2016-03-02 alle 10.52.59IL MOVIMENTO SARDO PRO TERRITORIO – U.R.P.T. – Fronte Comitati Antiparco Area del Gennargentu, Orgosolo, Oliena, Dorgali, Fonni, Arzana, Talana, Baunei, Urzulei, Villagrande Strisaili, Gairo, Seui, Seulo, Desulo, Aritzo, Tonara, Belvì, Sorgono, Tiana, Ovodda, indice lo stato di mobilitazione popolare contro la proposta del Parco Nazionale o Regionale del Gennargentu contenuta nel Piano di sviluppo per il rilancio della Sardegna centrale presentato alla Regione dai Sindacati confederali Nuoresi, cgil, cisl, uil e da Confindustria Nuoro.
U.R.P.T. – Fronte Comitati Antiparco Area del Gennargentu dice NO! al Parco Nazionale o Regionale del Gennargentu, ritiene provocatoria e priva della cultura dello sviluppo la proposta dei sindacati confederali Nuoresi e della Confindustria Nuoro di riesumazione del Parco Nazionale o Regionale del Gennargentu in presenza dell’attuale legge quadro nazionale sulle aree protette 394/91 e la legge regionale 31/89 perché tendente a innescare ancora una volta un pericoloso conflitto sociale con le popolazioni. Con la vittoria della grande manifestazione tenutasi a Cagliari organizzata dal Movimento Sardo Pro Territorio e dal fronte Unitario di Mobilitazione dei Comitati Antiparco dell’area del Gennargentu con oltre dodicimila persone (assenti i sindacati confederali e Confindustria) il 21 Ottobre 2005 contro l’istituzione forzata del Parco nazionale del Gennargentu sono stati seppelliti tutti i pifferai del Parco, coloro che con denaro pubblico e da varie posizioni cercavano di convincere le popolazioni che la perdita del territorio, la mortificazione dell’autogoverno, la sottrazione dei diritti storici, naturali e civili individuali erano una convenienza, l’accettazione del centralismo e di un ente parco, il sacrificio per salvare la biodiversità, l’ambiente e i valori futuri e futuribili, addirittura una necessità ed un affare. Il grande imbroglio del bidone Parco è stato sconfitto da una grande lotta popolare organizzata in movimento e comitati durata oltre dieci anni che ha denunciato le Lobby legate al varo della diligenza dell’Ente Parco per arraffare incarichi e progetti pagati con i vincoli incisi sulla pelle e sul corpo delle popolazioni.
La percezione di questa vittoria giorno dopo giorno diventa sempre più grande con il tempo, perchè con il parco veniva chiesto e imposto di rinunciare al proprio futuro, alla propria identità, ai valori ambientali e culturali che fanno parte di noi stessi e che mai e poi mai potranno essere consegnati ad un Ente Parco o Consorzio di poltrone per la gestione parassitaria sulla pelle delle popolazioni contribuenti che hanno sofferto sino ad oggi con rinunce e ingrato lavoro. Pertanto, oggi si è pronti nuovamente alla mobilitazione popolare e alla ribellione perchè non si è assolutamente disponibili a negoziare la libertà sul territorio in nome della realizzazione di un carrozzone parco nazionale o regionale di vincoli e divieti sulla pelle delle popolazioni. Le popolazioni dell’area del Gennargentu non sono disponibili ad ingoiare la realizzazione di un parco di vincoli e divieti che favoriscono la dismissione socieconomica delle attività economiche e produttive. Difficile, anzi impossibile, che attorno o nel Gennargentu nasca il parco feudo dei “padri – padroni, signori del territorio” voluto da ascari romani o cagliaritani, perchè i geni della longevità tanto diffusi in questo territorio sono il prodotto millenario di tante sofferenze, ma soprattutto di uno spirito viscerale di libertà non ignoto ai romani di turno di qualunque colore di ieri e di oggi.
Il Movimento Sardo Pro Territorio – Fronte Comitati Antiparco area del Gennargentu RITIENE la proposta dei sindacati confederali Nuoresi e di Confindustria, tendente a innescare nuovamente un pericoloso conflitto sociale che non giova a nessuno, ignora la volontà delle popolazioni e dei consigli comunali che per oltre un decennio hanno manifestato il proprio dissenso in tutte le forme civili e democratiche in tutte le sedi contro l’istituzione forzata del parco, dissenso manifestato con manifestazioni di protesta come l’ultima manifestazione del 21 ottobre 2005 con dodicimila persone a Cagliari contro la Giunta Soru, manifestazione che seppellì il Decreto Ronchi istitutivo del parco. Anni di denunce contro gli interessi che determinarono in quegli anni la rapida istituzione del Parco del Gennargentu da parte di una certa e ben identificata lobbye turistica. Ricorsi come quello vinto con l’ordinanza del Commissario Agli Usi Civici, una mobilitazione permanente e pericolose tensioni sociali per oltre dieci anni che ha visto la partecipazione di molte migliaia di persone, con assemblee popolari, con presidi di cacciatori e popolazione sulle montagne della Barbagia e dell’Ogliastra, occupazioni di quattordici municipi, alcuni anche per ventidue giorni come a Talana, diverse manifestazioni di protesta come a Pratobello nel 98 con oltre seimila persone, come a S. Efisio Talana, Baunei, Villagrande Strisaili, Urzulei, Nuoro e l’ultima il 21 ottobre 2005 con 12 mila persone.
La proposta inaccettabile di riesumazione del Parco del Gennargentu fatta dai sindacati confederali la dice lunga sulla credibilità della proposta contenuta nel Piano di sviluppo per il rilancio della Sardegna centrale e da discutere con il Sig. Presidente della Giunta Regionale e suona come una dichiarazione di guerra considerato che nelle aree protette Italiane la realtà dimostra un turismo da piccoli numeri e un’economia ko. Il Movimento ritiene inaccettabile che in un momento di grave crisi in Sardegna in tutti i settori come soluzione di sviluppo per la Sardegna centrale, per l’area del Gennargentu venga riproposto da CGIL, CISL e UIL il Parco nazionale o regionale del Gennargentu che assesterebbe il colpo di grazia per un’economia già agonizzante e per le popolazioni alle prese con una pressione fiscale insostenibile, penalizzate dal taglio ai servizi e ancora oggi emarginate dai grandi processi di sviluppo, ignorando le vere ragioni di opposizione ultra decennale al Parco. In questi anni in merito alla richiesta fatta più volte per una radicale modifica della legislazione ambientale nazionale sulle aree protette 394/91 e regionale 31/89, nulla è cambiato, niente è stato modificato, per cui l’istituzione di un qualsiasi parco nazionale o regionale attualmente non è possibile realizzarlo come i Sindacati chiedono “Parco senza vincoli per lo sviluppo, che valorizzi al meglio il territorio, le produzioni e le risorse locali, un parco come strumento nato e gestito dal basso, dalle comunità locali, per fare economia e creare sviluppo”, perché qualsiasi parco si voglia istituire attualmente è assoggettato ai vincoli e divieti previsti dalla legge quadro 394/91 e 31/89, divieti che rendono la vita impossibile nelle aree montane e per chi è ancora residente nella montagna sarda, rendono impossibile la sopravvivenza perché i divieti previsti dalla legge sulle aree protette si aggiungerebbero alle tante limitazioni e privazioni ormai croniche delle popolazioni dell’area del Gennargentu. Vincoli e divieti previsti dalla legislazione Ambientale vigente, legge quadro nazionale 394/91 e legge regionale 31/89 che limitano fortemente e impediscono tutte le attività, che espropria le popolazioni del diritto all’uso e alla fruizione del territorio, nega la libertà, il federalismo ambientale, l’autogoverno dello sviluppo locale e impedisce di integrare la tutela della biodiversità con lo sviluppo sostenibile del turismo, con lo sviluppo rurale locale, con l’incremento dell’occupazione e persino con la valorizzazione delle risorse culturali. Sottoporre un territorio come quello del Gennargentu a vincoli e divieti previsti dalla legge quadro nazionale sulle aree protette 394/91 e dalla legge regionale 31/89 con un Parco nazionale o regionale senza rifondare un nuovo paradigma ambientale e per lo sviluppo, significa nella sostanza privarlo di ogni attività umana: agricoltura, allevamento, pascolo, caccia, pesca, raccolta della legna ed dei frutti, transito, utilizzo delle acque, attività sportive. Le aziende agricole e zootecniche già gravate da una crisi gravissima, dovrebbero misurarsi con nuovi vincoli e divieti, che renderebbero inevitabile l’abbandono delle campagne già drammaticamente in atto. L’economia parallela presente in tutti i centri dell’area del Gennargentu sarebbe dunque a rischio di scomparsa in nome di regole di conservazione che attualmente non tengono in alcun conto le usanze e le tradizioni delle popolazioni e decreterebbe la morte civile del territorio e della restante popolazione ancora residente e resistente nella montagna sarda del Gennargentu.
Il Movimento Sardo Pro Territorio intende precisare che da anni ha sempre rivendicato inutilmente in alternativa alla legge regionale sulle aree protette 31/89, una legge organica regionale per la Sardegna che riconosca lo spazio sociale, culturale e produttivo delle popolazioni, la centralità del lavoro e dell’impresa, che sia in grado di sostenere un progetto ed un processo alternativo di sviluppo per zone interne, montane e costiere, imperniato sulla valorizzazione economica, culturale, ambientale e sociale, a beneficio della proprietà individuale e dei demani civici che rappresentano il filo rosso della nostra storia, le risorse per ogni speranza di rinnovo e di riscatto.
Pertanto, il Movimento Sardo Pro Territorio, Comitati Antiparco dell’area del Gennargentu RITIENE che in presenza dell’attuale legge quadro nazionale sulle aree protette 394/91 e della legge regionale 31/89 non esistono margini di dialogo possibile sulla realizzazione del Parco Nazionale o Regionale e preannuncia ancora una volta lo stato di mobilitazione per respingere al mittente la riesumazione del Parco del Gennargentu.
Il Movimento Sardo Pro Territorio RITIENE che per l’area del Gennargentu un’alternativa è possibile e realizzabile solo se l’area del Gennargentu è spazio aperto per la creazione di un’economia dei boschi e dei monti, del mare, sorretta da forme di turismo sostenibile a prescindere dall’istituzione del parco sia esso nazionale o regionale e di attività artigianali, imprenditoriali e produttive legate alla valorizzazione di tutte le risorse locali, una sana economia montana come alternativa al “feudo chiuso” all’Ente Parco, affinchè le popolazioni possano essere sovrane e garantite dai diritti costituzionali sul proprio territorio. Mai e poi mai chi lavora, vive e produce è disponibile a cedere il proprio territorio in cambio di promesse illusorie. Lo sviluppo dell’area del Gennargentu e dell’intera Sardegna deve passare attraverso un quadro ambientale legislativo di riferimento nuovo, la costruzione di politiche del territorio, dei servizi e di sviluppo economico, sociale e culturale da basso, la piena centralità e soggettività dei soggetti locali, delle istituzioni, ponendo al centro non i vincoli e i divieti ma l’uomo, il lavoro e le imprese. Tutto questo con l’istituzione del parco e con l’attuale legislazione ambientale nazionale e regionale sui parchi e aree protette 394/91 e 31/89 è irrealizzabile, pertanto, l’area del Gennargentu ha bisogno di sviluppo e non di vincoli e divieti di un parco nazionale o regionale.
Il Movimento Sardo Pro Territorio ritiene inoltre che dalla Negatività delle complesse esperienze dei Parchi nazionali Italiani devono trarsi tutte le motivate e conseguenti valutazioni relative al
1) Totale fallimento della politica delle aree protette così come concepita e realizzata con la legge quadro nazionale 394/91;
2) Mancato riconoscimento del ruolo delle popolazioni locali interessate dai parchi quale soggetto attivo e insostituibile pilastro del processo di autopromozione delle componenti locali e di ogni fase di sviluppo integrato insostituibile dei relativi territori;
3) Mancanza di atti di giustizia verso i molteplici torti e le reiterate mortificazioni inferte alle singole persone e ad intere popolazioni attraverso il modello e la gestione dei parchi, aree protette, in realtà protagoniste nel:
a) Misconoscimento sistematico di secolari usi e tradizioni che di tutte e ciascuna le popolazioni avevano fatto gli attori esclusivi della tutela dei territori;
b) L’emarginazione delle popolazioni da ogni meccanismo reale di decisone;
c) Rifiuto di riconoscere e valorizzare ai fini del bene comune la concreta esistenza di usi e forti tradizioni locali, sociali, economiche e culturali.
Pertanto il Movimento Pro Territorio ribadisce ancora una volta i seguenti principi cardine sulle quali si devono basare le nuove norme da inserire in una legge di radicale modifica della L.Q. N. 394/91 sulle aree protette, in modo da realizzare la tutela dell’ambiente con le regole del mercato, la sussidiarietà, l’autogoverno, il federalismo, la partecipazione sociale ed il controllo sociale delle comunità piuttosto che l’ente parco burocratico piramidale a sovranità feudale o consorzi di gestione previsti dalla legge regionale 31/89:
1) La devuluzione da parte dello Stato alle Regioni speciali della materia ambientale per attuare compiutamente l’autogoverno delle popolazioni e dei territori mediante sistemi locali di sviluppo autocentrato, ambientalmente e culturalmente sostenibili fondati sul principio di sussidiarietà’;
2) La salvaguardia di tutti gli usi ed attività, sulla terra e nel mare, nei demani civici e nelle proprietà private, senza essere diminuiti, ostacolati o soppressi, consentendogli di ammodernarsi e di crescere in modo da favorire una moderna economia fondata sui valori del lavoro, dell’impresa e del mercato. L’incentivazione di nuovi usi non tradizionali, turistici, produttivi e artigianali, tenendo conto sempre dei valori del mercato nel predisporre le concessioni e gli obiettivi di sviluppo dettati da un progetto di sviluppo nell’interesse generale e secondo criteri di compatibilità ambientale e sociale.
NO! A UN PARCO NAZIONALE O REGIONALE PER L’AREA DEL GENNARGENTU IN PRESENZA DELLA L.Q.N. 394/91 E LA L.R. 31/89
U.R.P.T. MOVIMENTO SARDO PRO TERRITORIO – Fronte Comitati Antiparco Area del Gennargentu
Il Coordinatore Regionale Alessio Pasella

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