In attesa della sentenza – Ars Venandi
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In attesa della sentenza

IMG 5362

IMG 5362Ormai è un fatto fisiologico, non esiste stagione venatoria che non annoveri un ricorso al Tribunale Amministrativo presentato dalle varie Associazioni ecologiste. Il più delle volte gli anti-caccia chiedono la sospensione del calendario venatorio sulla base di motivazioni fantasiose, forzature che spesso vengono rispedite al mittente.

Questa volta però, alcune delle argomentazioni sostenute hanno un loro effettivo peso, si tratta di problemi atavici che riguardano il nostro mondo, basti pensare che dal momento della sua emanazione, la L.R. 23 del 1998 è attuata solo in parte e la pianificazione dell’attività venatoria in Sardegna segue metodiche ben lontane da quelle indicate dalla nostra legge quadro sulla caccia, la 157 del 1992. Dicono bene gli ambientalisti: non sono bastati alla classe politica regionale sarda più di vent’anni dalla legge nazionale e quindici dalla legge regionale per attuare alcuni dei punti fondamentali del quadro normativo in tema di caccia.

La nostra è una situazione unica su tutto il panorama nazionale e il terreno del diritto potrebbe risolvere un problema lasciato insoluto dalla politica.

Veniamo al punto, se i giudici del TAR dovessero dar ragione ai nostri detrattori, dovrebbe vedere la luce “coattivamente” il mai nato piano faunistico-venatorio regionale figlio dei piani faunistici che ogni provincia ha stabilito e che prevedono almeno due Ambiti Territoriali di Caccia per Provincia. Una vera rivoluzione per noi cacciatori.

Su Ars Venandi abbiamo spesso parlato dei pregi e difetti degli ATC dando democraticamente voce ad ogni pensiero nell’ottica del confronto costruttivo. È emerso che noi cacciatori sardi siamo divisi fra chi vive nei piccoli centri e chi dalle grandi città si sposta su tutto il territorio regionale, questo è il punto cardine su cui ruota il ricorso degli ambientalisti: il legame cacciatore-territorio contemplato prima dalla 157 e poi dalla 23 ma mai messo in atto.

Gli ambientalisti non sanno che se dovessero essere istituiti gli ATC e se questi miracolosamente venissero amministrati da persone competenti, rischieremo di cacciare 5 giorni a settimana, la caccia di selezione ai nostri ungulati diverrebbe in breve una realtà, la caccia alla lepre e alla pernice verrebbe prolungata fino a dicembre, i ripopolamenti diverrebbero una routine e i cacciatori aumenterebbero considerevolmente; questi sono solo alcuni degli svantaggi per loro ma dei vantaggi per noi. Fatto salvo che questa è una visione ultra-ottimistica di una possibile soluzione, la caccia in Sardegna ha bisogno di una svolta.

Solo i giudici del TAR potranno risolvere la controversia e solo loro saranno in grado di sbloccare questo stato di stallo che ci logora giorno dopo giorno, stagione dopo stagione.

Marco Loi

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