Il NO scientifico alla chiusura della beccaccia prima del 31 gennaio – Ars Venandi

Il NO scientifico alla chiusura della beccaccia prima del 31 gennaio

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Il NO scientifico alla chiusura della beccaccia prima del 31 gennaio

Osservazioni

in merito ai provvedimenti di chiusura anticipata della caccia

alla specie Beccaccia Scolopax rusticola

indicati nei Calendari Venatori di alcune province italiane

Lo scorso 24 Giugno a Parma si è svolto un Symposium Internazionale all’interno dei lavori della 7° assemblea generale della FANBPO: la Federazione Internazionale che riunisce tutte le associazioni nazionali dei Beccacciai europei. Organizzato ottimamente dal Club della Beccaccia, quest’anno era presente tutto il mondo scientifico internazionale con i ricercatori più autorevoli in materia di studio e monitoraggio della specie Beccaccia. Su proposta di Beccacciai d’Italia è stato affrontato l’argomento inerente alle Linee guida ISPRA sulla gestione della beccaccia, in relazione al punto dove l’istituto stesso suggerisce il 31 dicembre come data di chiusura della caccia alla beccaccia su tutto il territorio italiano.

Tale proposta è stata ricevuta e interpretata da alcune amministrazioni provinciali del Centro e del Sud Italia che dalla stagione venatoria 2010 hanno chiuso la caccia alla beccaccia il 15 gennaio, altre il 20 gennaio, altre il 31 dicembre. Tali provvedimenti sembrano confermati anche per il 2011.

Facendo seguito alle numerose contestazioni pervenuteci dal mondo beccacciaio italiano, avendo (già dal 2010) interrogato numerose personalità scientifiche sulla questione, abbiamo atteso l’evento di Parma per confrontarci con gli studiosi nazionali ed internazionali, e stabilire una posizione precisa sulla questione. La presenza di delegati ISPRA, di esponenti importanti del mondo venatorio italiano, nonché delle delegazioni ufficiali delle associazioni specialistiche italiane (Club della Beccaccia e Beccacciai d’Italia) ha fatto emergere quanto segue:

1- Non sono mai state effettuate analisi scientifiche sull’apparato sessuale (dosaggio ormonale sulle gonadi) delle beccacce nel periodo di svernamento sul territorio italiano. Tali studi sono altresì stati effettuati in Francia su tipiche aree di svernamento che presentano caratteristiche climatiche analoghe a quelle italiane. I dati francesi dimostrano che l’apparato sessuale delle beccacce non è attivo fino alla terza decade di febbraio. Questo studio ha permesso il prolungamento della data di chiusura della caccia alla beccaccia in Francia al 21 Febbraio, chiaramente con tetti di prelievo ridotti e misure di protezione in caso di ondate di gelo.
2- Gli studi svolti in Italia dall’ex INFS presso la tenuta presidenziale di Castelporziano (A. Aradis, et altri, 2004) riportano piccoli movimenti erratici di beccacce causati dalla necessità di procurasi cibo in aree contigue più favorevoli (fattore trofico). Queste analisi non appaiono assolutamente indicative per stabilire un’attivazione ghiandolare finalizzata a un movimento che coinvolgerebbe i maschi adulti spingendoli ad una migrazione precoce, addirittura partire dalla prima decade di Gennaio, rendendosi così necessaria la chiusura della caccia al 31 dicembre per proteggere la migrazione pre nuziale degli stessi (Linee Guida Beccaccia -ISPRA 2010)
3- A seguito di lunga esperienza di caccia, osservazione e monitoraggio per tutto il mese di Gennaio svolto dai cacciatori specialistici, le beccacce non si muovono dai siti di svernamento; e se fossero costrette da ondate di gelo, continuano il loro spostamento verso sud ovest, su habitat costieri più miti e riparati. Non abbiamo mai osservato movimenti in risalita, anche perché confrontando le carte geografiche dell’ultimo decennio, tutto il territorio che le beccacce dovrebbero attraversare per tornare ai siti di migrazione è coperto di neve e ghiaccio. Sappiamo inoltre che le beccacce effettuano voli non superiori ai 300 km (J.P Boidot, CNB); quindi per tornare ai siti di riproduzione sono costrette ad effettuare molte soste migratorie. Ma le aree di sosta in Gennaio, sull’asse europeo Sud Ovest-Nord Est, non consentono reperibilità di cibo. Non solo: l’aria molto fredda non favorisce il volo e il dispendio di energia sarebbe troppo alto per consentire la sopravvivenza durante il volo. (J.P Boidot- Trad. “Rapporti fra massa muscolare, grasso e migrazione, nella beccaccia” Parma 2011)
4- Le analisi sul fenomeno della migrazione pre nuziale, altrimenti detta ripasso primaverile, effettuate sui territori appenninici del Centro Italia negli ultimi 5 anni (appennino tosco-umbro) ci dimostrano che il movimento in risalita avviene dalla fine di febbraio, ha il suo picco a metà di Marzo, con una piccola coda fino alla prima decade di Aprile . Sempre condizionato da fattori climatici.
5- Le catture e l’inanellamento delle beccacce svolto da Novembre 2010 ad Aprile 2011 presso la Tenuta di San Rossore, effettuato dagli inanellatori autorizzati ISPRA, all’interno del Centro Studi Beccaccia di San Rossore-Pisa, ci mostrano il picco di presenze di beccacce (grazie all’arrivo da sud di quelle in migrazione pre nuziale) al 19 di Marzo. I contatti e le catture di Gennaio sono sul contingente presente e invariato come numero (CSB San Rossore, 2011)
6- I dati comunicati dal 7° Workshop Woodcock dell’UICN, dello scorso Maggio a San Pietroburgo, sul monitoraggio della nidificazione nelle classiche aree di riproduzione russe (riguardanti la migrazione italiana) ci dicono di migrazione pre nuziale ritardata (Y.Ferrand, ONCFS France). Risulta ormai un trend consolidato, così come è sempre più ritardata la migrazione post nuziale (autunno) a causa dell’innalzamento delle temperature minime. In poche parole gli inverni iniziano più tardi e tendono a prolungarsi.
7- Facendo riferimento alle direttive europee che stabiliscono il divieto di caccia agli uccelli migratori nel periodo di riproduzione, possiamo affermare che il termine del 31 gennaio, così come consolidato nella Legge 157, è un termine corretto per la chiusura della caccia alla beccaccia. Le beccacce italiane, del tutto simili a quelle del resto d’Europa (Y. Ferrand e F.Gossmann: La Bécasse de bois. Histoire naturelle: 2010), non presentano fenomeni di riattivazione sessuale nel mese di Gennaio e di conseguenza comportamenti ad esso collegati (anticipo di migrazione) tali da far configurare la necessità di chiudere anticipatamente la caccia alla beccaccia in Italia.
8- Le misure adottate da alcune province del centro/sud Italia che hanno previsto la chiusura della caccia alla beccaccia intorno alla metà di Gennaio, sono state giustificate con la necessità di protezione della specie. La bontà di tale impostazione stride però con i fatti, ovvero che mantenendo aperta la caccia ad appostamento temporaneo per tutto il mese, è continuata la pratica illegale della Posta alla beccaccia. Impedendo ai cacciatori di beccacce corretti che usano il cane da ferma, di effettuare i prelievi in Gennaio, estremamente necessari per determinare età, peso e sesso delle beccacce in fase di svernamento.
9- La chiusura della caccia al 31 dicembre o a metà gennaio, impedirebbe di fatto ulteriori analisi sulle beccacce svernanti in Italia, così come richiesto dall’Europa e dalla Fanbpo, per monitorare ogni stagione lo status della popolazione che riguarda non solo l’Italia, ma tutti i paesi esteri coinvolti nella migrazione.
10- Lo studio della beccaccia viene svolto a livello internazionale, ha bisogno di una gestione e tutela in questo senso. Le associazioni specialistiche svolgono questa ricerca da tempo all’interno della Sostenibilità della Caccia. I provvedimenti amministrativi locali devono tenere conto assolutamente di questa impostazione.
11- Provvedimenti amministrativi intrapresi da alcune province, in deroga alle prescrizioni della Legge regionale competente in materia di date di apertura e chiusura di caccia, sono adottati senza un quadro scientifico, con il risultato di diventare irrazionali rispetto alle province contigue (stessi habitat, stessa specie), ingiustificabili a livello internazionale, e in alcuni casi sembrano essere stati adottati su pressione di altre tipologie di caccia (la selezione agli ungulati e le battute al cinghiale, notoriamente influenti) a scapito di uno svolgimento democratico dell’esercizio venatorio, intaccando i diritti dei cinofili beccacciai, cittadini cacciatori anch’essi.

La beccaccia non appartiene alle province, ai comuni, agli atc…E’ una risorsa internazionale! Riteniamo pertanto necessario tutelare il 31 Gennaio quale termine di chiusura della caccia alla beccaccia: invitare le amministrazioni provinciali ad adottare gli strumenti già esistenti per tutelare la specie in caso di ondate di gelo (sospensione temporanea della caccia da parte del Presidente della Provincia), richiedere comportamenti corretti e rendere operativi gli studi scientifici internazionali sui propri territori (raccolta delle ali, monitoraggio svernamento e ripasso primaverile). Sono queste le “vere” azioni di tutela e gestione della specie all’interno di uno studio europeo obbligatorio, per l’affermazione della Sostenibilità della Caccia e per la crescita culturale del mondo venatorio italiano.

“Cacciare il più possibile, uccidendo il meno possibile…”

Dott. Paolo Pennacchini

Presidente BDI

Segretario Aggiunto FANBPO

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