Ignazio Artizzu risponde alla domanda: “quale futuro per la nostra passione?” – Ars Venandi

Ignazio Artizzu risponde alla domanda: “quale futuro per la nostra passione?”

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Ignazio Artizzu risponde alla domanda: “quale futuro per la nostra passione?”

artizzuLa Caccia è una cosa seria, per questo la redazione di Ars Venandi ha deciso di interrogare i vari schieramenti politici chiedendo: “quale futuro per la nostra passione”?
Partendo dal presupposto che la caccia accomuna decine di migliaia di onesti cittadini e alimenta un indotto di centinaia di migliaia di euro rappresentando uno dei pilastri portanti della nostra cultura e delle nostre tradizioni abbiamo chiesto ai principali schieramenti in corsa per le elezioni del 16 febbraio 2013 di pronunciarsi in merito.
 
Di seguito riportiamo integralmente la prima lettera inviataci dall’Onorevole Ignazio Artizzu
 
“Vorrei iniziare questa mia riflessione partendo dal messaggio che il Presidente della Regione Cappellacci ha rivolto nei giorni scorsi ai Cacciatori Sardi, aprendo la sua campagna elettorale. Innanzitutto per commentare il fatto stesso che, per la prima volta, un candidato alla Presidenza abbia iniziato la competizione elettorale rivolgendosi proprio ai Cacciatori. Non era mai successo. Molti altri se ne sarebbero vergognati, cercando in modo sotterraneo il voto delle doppiette senza pero’ schierarsi apertamente in favore dei loro diritti, per paura di apparire “politicamente scorretti”. 
Cappellacci ha iniziato il suo messaggio con un opportuno e doveroso mea culpa, chiedendo scusa per la mancata approvazione della riforma della Legge 23 (di cui sono primo firmatario); ha proseguito ringraziandomi per il lavoro che ho profuso per la Caccia e ha chiuso con un impegno: provvedere immediatamente, in avvio di Legislatura, alla approvazione definitiva della nuova Legge, gia’ approvata dalla Commissione Agricoltura 3 anni fa e mai arrivata in Consiglio Regionale per il lavoro subdolo e vigliacco di alcune forze politiche e di alcuni personaggi che temevano un “eccessivo” raccolto” elettorale da parte del sottoscritto. 
Piu’ o meno come nel celebre caso di colui che si rende protagonista di un sanguinario autolesionismo per fare dispetto alla odiata consorte.
E’ vero, non si sono rispettati gli impegni. E bene ha fatto, su mia sollecitazione (non lo nascondo), il Presidente della Regione a chiedere scusa ai Cacciatori Sardi.  Da parte mia, c’e’ un immenso rammarico perche’ non sono riuscito a imporre la sua approvazione, perche’ da solo non sono riuscito a vincere quel vile e ipocrita comportamento di chi ha ostacolato il cammino di quella Legge. Cappellacci lo ha capito, ma ormai era tardi. Non restava che chiedere scusa, riconoscere il mio lavoro e impegnarsi a realizzare questo progetto all’inizio della nuova Legislatura. 
In realta’, io non ho fatto solo la nuova 23. Ho fatto anche la legge sulle deroghe, che ha vinto il processo davanti alla Corte Costituzionale, e che nonostante questo gli assessori all’Ambiente si sono rifiutati di applicare. Quella Legge che toglie all’ISPRA il potere di vita o di morte sulla Regione Sarda nel campo della applicazione delle deroghe, e in particolare quella per sparare il tordo a febbraio. 
Ancora una volta quest’anno l’Assessore Regionale alla Difesa dell’Ambiente, malgrado infinite sollecitazioni (mie, di altri Consiglieri Regionali, di Associazioni Venatorie)  ha voluto negare ai Cacciatori Sardi il diritto di cacciare la selvaggina migratoria  piu’ ricercata, il tordo, nel mese di febbraio. 
Per negare ai Cacciatori Sardi questo diritto, sono state accampate scuse fantasiose e non corrispondenti alla realta’. 
Sono state ignorate Leggi e Regolamenti, studi scientifici che costano denaro alla collettivita’. Per troppo tempo si e’ voluta alimentare la confusione per fare in modo che chi aveva gli strumenti per affrontare e risolvere il problema, e non lo ha fatto, non dovesse rispondere del proprio operato.
La Legge stabilisce che la Regione Sarda puo’ stabilire autonomamente la caccia in deroga nel mese di febbraio e in ogni altro periodo dell’anno senza dover richiedere il parere all’ISPRA ma basandosi esclusivamente sul parere di un Comitato tecnico Scientifico Regionale, che e’ gia’ istituito e dunque nel pieno esercizio delle sue funzioni. In ossequio a quanto stabilito dai Regolamenti Comunitari, l’apertura puo’ essere autorizzata anche in assenza di pericoli per la salute e per le colture.
Si e’ detto che la Regione sarebbe incorsa in gravi conseguenze e sanzioni da parte dell’Unione Europea. Ma e’ vero esattamente il contrario: la Commissione Europea, nella riunione del 27 settembre 2012, ha archiviato la procedura di infrazione relativa alla emanazione della legge n. 2 del 13 febbraio 2004, “Norme in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio in Sardegna, in attuazione della legge 3 ottobre 2002, n. 221”, in base alla quale fu esercitata la Caccia in deroga al tordo nel febbraio del 2004.
Numerose sollecitazioni sono giunte all’Assessore, perfino mediante una Risoluzione da me presentata nella V Commissione Agricoltura e Ambiente, che lo invitata ad avviare immediatamente le procedure per aprire la caccia in deroga nel corrente mese di febbraio.
E’ FALSO QUINDI AFFERMARE
Che vi sia bisogno di un fantomatico “adeguamento normativo” per consentire la caccia in deroga al tordo e ad altre specie nel mese di febbraio
Che la Regione Sarda non disponga di dati scientifici a supporto di una decisione presa in tal senso
Che la Regione avrebbe dovuto affrontare procedimenti disciplinari da parte dell’Unione Europea qualora avesse utilizzato la vigente Legge sulle deroghe.
Occorre continuare a battersi affinche’ questi diritti siano riconosciuti a 48 mila Cittadini Sardi onesti.
Ed ora si torna a votare, avremo un nuovo Consiglio e una nuova Giunta regionale.
Vorrei che il prossimo assessore all’Ambiente fosse molto diverso da quelli che abbiamo visto e subito negli ultimi anni. 
Vorrei che finalmente un Cacciatore diventasse Assessore all’Ambiente. Per dimostrare che cosa potrei fare io in quel ruolo. Per dimostrare che cio’ che alcuni come me chiedevano in questi anni si poteva fare. Per dimostrare che un Cacciatore e’ innanzitutto una persona pulita, onesta e amante del lavoro. Per coinvolgere i cacciatori nella gestione e nella difesa del territorio, ad iniziare dalla lotta agli incendi.
Mi onoro di essere portavoce (piccolo e umile, forse non all’altezza) delle ragioni e dei diritti dei Cacciatori, che rappresentano una categoria pulita e degna di rispetto, capace di creare positive ricadute economiche ed occupazionali in questa Sardegna povera e sofferente.
La Caccia si inserisce a pieno titolo tra le attivita’ che contribuiscono a mantenere viva la cultura e le tradizioni della Sardegna.
La Caccia e’ una ricchezza per la Sardegna. Per difenderla ci vuole la politica. Bisogna andare a votare, per chi si vuole, ma votare, possibilmente un Cacciatore. Uno di noi.
Ignazio Artizzu”

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