Sarà una mia impressione, forse errata, ma mi sembra che il mondo della caccia si sia afflosciato in una sorta di torpidità, al motto “è tottu appostu – drommei tranqullus”. Così nei bar, nelle armerie risuonano frulli, ferme, imbracciate con sparo (pum-pam), canizze grugniti e chi più ne ha più ne metta. Le Associazioni venatorie, nonostante un fiorire di idee e manifestazioni nuove, che sarebbe ingiusto disconoscere, continuano su molti punti a polemizzare fra loro, anche, purtroppo, a colpi di carta bollata. Intanto il mondo della cinofilia, collaterale a quello venatorio, sembra estraniarsi dalla ingiustificata inerzia della pianificazione faunistica-venatoria (L. 157/92) compiacendosi però della magnificenza concessa ad un entourage fedele che fruisce delle zone di ripopolamento e cattura per l’addestramento e le gare cinofile a titolo illegittimo e gratuito. Intanto continuano ad innalzare silenziosi cartelli, irregolari Zona di ripopolamento e cattura, Oasi permanente di protezione, splafonando l’aliquota del 30{92dce438c795f1a06f7ba1ca02a686d07c7097ced88756a63b00584505aa4d25} destinata a questi istituti, per altro costituiti illegalmente; poi esistono le aziende agri-turistiche-venatorie dove, come nelle antiche monarchie, è tutto permesso al sovrano e al suo codazzo… Cosa vogliamo di più e di peggio? Non ci rendiamo conto che abbiamo già la corda insaponata al collo, quella che deve strangolarci, mentre gli Enti Pubblici sguazzano in un’ orgia di progetti di tutela di specie ornitiche estinte; l’opinione pubblica completamente impreparata al problema, parteggia in buona parte per i pseudo-protezionisti, che additano la caccia come il degrado primo della situazione ambientale. Reagendo a questo stato di cose con determinazione e competenza possiamo salvare il salvabile, il dormire, come suol dirsi, fra quattro guanciali, porterà a non svegliarci più. Le tattiche avversarie sono sottili e perniciose, dimostrano che tutto per loro è scontato e che tutto a loro è dovuto, sono sempre attenti alla parte da dove proviene il vento e magnificano, dinanzi a tutti, questo o quel progetto o realizzazione di divieto, con accenni ecologici-trionfali. Reagire, dicevo, contro chi non vuole l’applicazione integrale della L. 157/92, reagire contro coloro che supinamente accettano la L.R. 23/98, è un pastrocchio, reagire per la promulgazione del Piano Faunistico Regionale, unico strumento di tutela vero, mandare a casa chi ha orbitato bighellonando negli assessorati competenti, reagire contro quelli di noi che, e non sono pochi, continuano a dire che ormai: “sa cassa e motta – seus pagus no taneus pesu politicu”, facendo così il gioco dei nostri nemici, ma che nello stesso tempo continuano ad andare a caccia; se siete stanchi, sfiduciati e delusi ed ormai distaccati, prego! Accomodatevi pure fuori; anche costoro sono nemici, diffondono il malessere, non conoscono l’etica venatoria e, usando una parola d’altri tempi, sono disfattisti. Oggi invece c’è bisogno più che mai di impegno, coesione, competenza e… attenzione; perché i nemici sono tra noi.
Franco Pascalis Ibba