Al presidente della Regione Ugo Cappellacci
Ai presidenti delle province sarde
La nostra regione sul versante della programmazione dell’attività venatoria è considerata la più arretrata su tutto il panorama nazionale. Menefreghismo, cattiva gestione e immobilismo sono solo alcuni termini adatti a descrivere il nostro contesto. Noi cacciatori sardi chiediamo da anni un maggiore interessamento da parte degli amministratori al fine di rinnovare e aggiornare le metodiche attualmente applicate nella gestione della fauna selvatica. I problemi sono evidenti e conosciuti: nessun ripopolamento di selvaggina nobile stanziale; istituzione di nuove zone temporanee di ripopolamento e cattura che non assolveranno mai il compito per il quale sono concepite; stesura del calendario venatorio che non prende in esame autorevoli studi scientifici; cattiva gestione dell’inestimabile patrimonio rappresentato dagli ungulati sardi, in particolare il cervo sardo, il muflone sardo e il daino. A tal proposito ci teniamo a evidenziare che IUCN considera il cervo sardo specie “minacciata” (endangered) e il muflone (cacciato in tutta Europa), è considerato “vulnerabile” pur non disponendo dei dati necessari per esprimere pareri a riguardo. La Comunità Europea e la nostra Legge Quadro sulla caccia indicano inequivocabili parametri di gestione che regioni e province devono obbligatoriamente applicare. Il primo passo per gestire e tutelare una popolazione di ungulati è il reperimento di dati riguardanti densità e dinamica di popolazione, solo in questo modo si potranno scegliere le strategie di gestione più adatte al caso. Noi cacciatori siamo disponibili a fornire il nostro contributo ma solo alcune province sarde hanno avviato dei corsi per coadiutori nel controllo della fauna selvatica. Vorremmo censire, ridurre i nocivi, contribuire a far espandere gli areali dei nostri ungulati ma noi autonomamente, così indica la legge, non possiamo farlo. È necessaria una strategia di gestione che solo gli enti locali possono mettere in atto e il primo passo è quello di formare i cacciatori attraverso specifici corsi. Signori presidenti di provincia e signori assessori provinciali all’ambiente, a breve i cittadini saranno chiamati a esprimere un parere sull’abolizione delle province. Se dovessero persistere le suddette problematiche, per noi le province non hanno senso di esistere.
Bonifacio Cuccu
Presidente Unione Cacciatori di Sardegna
Cagliari 9 marzo 2012