Non ci sono parole per descrivere in modo corretto l’arroganza di questo governo.
Il governo delle tasse e dei “sacrifici”, il governo del “prima gli stranieri e poi gli Italiani” ha infatti deciso di sfornare in modo frontale un’attacco alla caccia.
Il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Ambiente Galletti ha infatti deciso di esercitare il potere sostitutivo, calpestare il volere di diverse regioni italiane (che volutamente non si erano piegate all’ondata animalista che infetta parte del paese) e imporre la chiusura anticipata (con effetto immediato dalla mezzanotte del 20 gennaio) della caccia a tordo bottaccio, cesena, beccaccia.
Una decisione arrogante che offende non solo il mondo della caccia ma tutta la democrazia, una presa di posizione che calpesta leggi, sentenze e decreti.
Una cosa è chiara a tutti, se gli altri (quelli che hanno amministrato stato e regione) non erano nostri amici, questi sono (apertamente) nostri nemici.
Evito ulteriori commenti politici anche perché vorrei come tutti voi gustarmi queste ultime giornate di caccia, ma sono sempre più convinto che sia necessaria una vera e propria presa di posizione da parte di tutte quelle associazioni e schieramenti politici che in qual modo intendono ancora tutelare la democrazia e quel mondo rurale del quale fa parte anche la caccia.
Se non avessi poco più di trent’anni sosterrei (forse) anch’io la tesi che è inutile perdere tempo e combattere contro una società che sembra aver smarrito la via del buon senso, ma fortunatamente la mia età mi costringe ancora a sognare e a chiedere a tutte le persone più sagge di me di fare altrettanto.
La caccia del resto fa parte di noi, della nostra persona, della nostra storia e della nostra cultura; non possiamo permettere a un ministro arrogante e a un gruppo di amministratori impostoci da una legge elettorale incostituzionale di decidere e sentenziare su di noi e sulla nostra passione.
Fortunatamente questa pessima presa di posizione ha provocato una reazione di tutte le associazioni venatorie, che hanno immediatamente invitato le regioni a contrastare la posizione governativa nelle opportune sedi.
Non credo però che siano sufficienti (solamente) iniziative come quella sopra citata.
Sono sempre più convinto che le manifestazioni di Piazza rappresentano l’unico strumento democratico utile a far comprendere ai politici e ai loro partiti che i cacciatori in Italia hanno ancora un pizzico di dignità e che (lo spero di cuore ) non intendono essere cancellati e spazzati via dal governo Renzi e dai suoi ministri.
Emanuele Farneti





