Calendario venatorio e Legge regionale 23/1998 – Ars Venandi

Calendario venatorio e Legge regionale 23/1998

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Calendario venatorio e Legge regionale 23/1998

Sulla revisione della legge regionale 23/98, e sul varo gli ultimi due calendari venatori abbiamo più volte scritto  e a più riprese sono state sollecitate le associazioni venatorie, con proposte dirette o attraverso ARS VENANDI,  affinché si faccia quadrato per far si che le esigenze generali raggiungano lo scopo.
L’Italia è terra di scenziati e di “rompi……”.
Il tema da discutere è quello che da tempo avremmo dovuto mettere e fuoco e risolverlo. Ma oggi anche se in controtendenza vogliamo affrontarne un’altro quello delle “deleghe ambientali” che lo stato concede alle Regioni. Ma non addentriamoci nei meandri legislativi altrimenti ci sarà da ripristinare la legge 80 in tema di chiusura dei manicomi.
Prendiamoci invece la briga di analizzare i calendari venatori varati dalle Regioni italiane.
Le deleghe, che stato italiano concede alle Regioni in materia ambientale, sono state rilasciate perchè l’Italia non è la Francia, la Spagna o l’Inghilterra, ma è uno stivale lungo circa 1200 Km immerso nel Mediterraneo. 
Il Trentino non è Sicilia ed il Veneto non è Sardegna, le deleghe quindi risultano essere necessarie per i fattori climatici diversi, le abitudini dei residenti ed i flussi  differenti dell’avifauna migratoria.
Ma torniamo ai calendari venatori varati dalle Regioni Italiane.
Sul prelievo della selvaggina stanziale non ci sarebbe nulla da eccepire se quelle regioni che hanno già adottato gli strumenti necessari per porre in essere i censimenti, le immissioni o i prelievi  hanno varato i calendari sostenendo le tesi approvate.
Sulla selvaggina migratoria invece si va avanti in ordine sparso con provvedimenti in contrasto   tra una regione e l’altra con variazioni dei tempi di prelievo inaccettabili in Sardegna e utilizzati in alcune altre regioni.
Ci si domada come possano essere considerati ammissibili i ricorsi sui calendari venatori, presentati solo in alcune regioni italiane e in particolare su quelli Sardi, da parte di quelli ambientalisti, che esistono anche grazie ai contributi statali prelevati dai fondi versati dai praticanti attività venatoria.
Tornando alle deleghe ricevute, se l’alzo “zero” è puntato sulla Sardegna è meglio che le misure in difesa dell’autonomia vengano al più presto messe in primo piano, perchè la viabilità, le servitù, la continuità territoriale, le imprese mordi e fuggi e per il nostro settore i “calendari venatori”, non vengano considerati “riserve di caccia” degli anti Sardegna.
Le deleghe che lo stato ci ha concesso e continua ad affidarci mettiamole in mano a persone che penseranno al nostro futuro perchè abbiamo più volte detto, che riteniamo che all’interno delle associazioni venatorie  esistano persone capaci di rappresentarci per arrivare a soluzioni vantaggiose.
Nella prossima riunione del C.F.R. facciamo valere le nostre ragioni altrimenti restituiamo quanto ricevuto e aspettiamo che lo Stato ci conceda le elemosine che ci ha sempre propinato in barba all’Autonomia che i padri “costituenti “  ci hanno concesso.
 
                                                                                 Mario Boi, presidente U.S.D. Carbonara

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