Caccia in Sardegna. Autogestite fuorilegge – Ars Venandi

Caccia in Sardegna. Autogestite fuorilegge

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Caccia in Sardegna. Autogestite fuorilegge

NUORO. Il mondo delle doppiette sarde è in fermento. Sul banco degli imputati ci sono la Regione, il calendario venatorio, le zone autogestite per l’esercizio della caccia e la lobby dei cacciatori cagliaritani. Sono 45mila i cacciatori nell’isola e più della metà è del cagliaritano. Il loro peso si sente, soprattutto quando la Regione è chiamata a legiferare sull’argomento. «I cagliaritani sono molti di più e hanno quindi un peso politico maggiore», spiega un cacciatore nuorese. Le doppiette barbaricine hanno sempre sopportato con un certo fastidio la transumanza dei cacciatori campidanesi verso le zone interne. E accusano i colleghi cagliaritani di comportamenti predatori e di aver costruito un calendario venatorio, unico a livello regionale, che tiene conto solo dei loro interessi. «Hanno detto che c’è meno selvaggina rispetto all’anno scorso – si inalbera un cacciatore di Siniscola – ma hanno posticipato la chiusura dalle 14 alle 20,30. Una decisione presa per favorire i cacciatori che da Cagliari si spostano nelle zone interne». Ma il vero problema è un altro e lo spiega Lallo Manca del Comitato faunistico provinciale: «Lo spirito della legge nazionale che prevede gli ambiti territoriali di caccia è quello di legare il cacciatore al suo territorio. Ma il calendario venatorio di quest’anno agisce proprio nel senso contrario, incentivando il nomadismo, che in Sardegna viene fatto solo dai cagliaritani». C’è poi il discorso delle zone autogestite: «In provincia di Nuoro sono 35 – spiega Manca – ma il problema è che sono tutte fuorilegge. Per essere in regola, infatti, ogni autogestita deve avere gli agenti volontari di vigilanza territoriale e deve prevedere le tabelle perimetrali che circondino la zona data in concessione per la caccia, deve poi esserci una distanza di almeno un chilometro in linea d’aria tra un’autogestita e l’altra, e infine al loro interno devono prevedere una zona dove è vietata la caccia per chiunque. Ebbene, in provincia di Nuoro non c’è neanche una zona autogestita che soddisfa tutti questi requisiti». Secondo Manca «le autogestite devono essere un momento di crescita della caccia, non di sfruttamento, e devono essere preservate imponendo nuove colture al loro interno, in modo che la selvaggina possa preservarsi». Lallo Manca punta l’indice anche contro l’Ufficio regionale della fauna: «È un carrozzone politico: dovrebbe fornirci i dati reali sulla selvaggina in Sardegna in modo che il calendario si poggi su basi scientifiche ma invece non fa niente, neanche i censimenti». Sull’argomento interviene anche Bonifacio Cuccu, presidente dell’Unione cacciatori di Sardegna, la seconda organizzazione di cacciatori come numero di associati dopo Federcaccia: «In Regione manca una visione generale. Ci vogliono progetti ed è necessario coinvolgere le categorie, altrimenti non si va avanti. Se si continua di questo passo tra 5 o 6 anni la pernice sarda non esisterà più. Entro l’anno inizierà la vera battaglia, quella su gli ambiti territoriali di caccia». – Marco Sedda

www.lanuovasardegna.it

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