Bracconaggio e caccia illegale, contestate diverse violazioni – Ars Venandi

Bracconaggio e caccia illegale, contestate diverse violazioni

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Bracconaggio e caccia illegale, contestate diverse violazioni

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276565In seguito a specifici controlli da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale sono state contestate diverse infrazioni e alcuni reati. Sui Sette Fratelli è stato sorpreso un bracconiere che  piazzava reti per la cattura di uccelli, è stata la successiva perquisizione domiciliare a far scoprire agli investigatori della Forestale il suo arsenale da provetto cacciatore di frodo e a denunciarlo.

Nella sua casa di Settimo San Pietro, Francesco Mascia  nascondeva non solo un centinaio di trappole a scatto sempre per l’uccellagione ma anche un chilo di polvere pirica. I ranger sono convinti che il materiale dovesse servire per il confezionamento dei bocconi confezionati con lardo e appunto polvere da sparo che, masticati dal cinghiale, provocano una violentissima detonazione in grado di causare mutilazioni mortali.

A pula nella foresta demaniale di Is Cannoneris, gli agenti dell’Ispettorato ripartimentale del Corpo forestale diretto da Giuseppe Delogu, in stretta collaborazione con le stazioni del territorio, hanno messo in campo l’altra faccia dell’operazione contro il bracconaggio. I ranger sono intervenuti in una battuta di caccia abusiva messa in atto da una compagnia. Un cacciatore di santadi è stato denunciato, mentre gli altri cacciatori sono riusciti a fuggire e dileguarsi nel bosco. Sono ancora in corso gli accertamenti per riuscire a identificarli.

Lungo la statale 125, a San Gregorio, due cacciatori sono stati denunciati per aver lasciato fucili e munizioni in vista all’interno della loro autovettura. L’accusa: omessa custodia di armi.

Numerose, ben 17, le sanzioni amministrative legate all’attività venatoria, per complessivi 6.900 euro, contestate dai ranger a Teulada, Senorbì, San Nicolò Gerrei, Maracalagonis, Escalaplano. Tra queste, non aver indossato i gilet per la sicurezza durante le battute di caccia grossa, per aver esercitato la caccia senza aver stipulato polizze assicurative e aver pagato la tassa di concessione, per aver operato a distanze inferiori a cinquanta metri dalle strade.

Domenica Massimiliano Poddesu, di Villacidro, è stato denunciato all’autorità giudiziaria. I forestali l’hanno sorpreso subito dopo aver catturato un cinghiale e un animale scuoiato, senza testa e zampe, che dai primi accertamenti veterinari sembrerebbe un cervo sardo (sono in corso altre verifiche). Il giovane non era solo ma assieme a una compagnia di bracconieri.

All’arrivo della Forestale c’è stata però una fuga generale dei bracconieri e solo Poddesu è stato fermato. Ora vanno avanti le indagini sugli altri cacciatori di frodo riusciti a scappare.

La compagnia barracellare intanto batte a tappeto i sentieri tutti i giorni, fino a notte fonda per cercare di fermare la caccia senza regole. «Sappiamo che il bracconaggio a Villacidro non è mai cessato. Esiste ancora eccome», dice il capitano dei barracelli Antonello Cadoni, «le tracce dei bracconieri sono ovunque, a partire dalle stoppie piegate dai fuoristrada e dalla presenza di bossoli». Cadoni è stato protagonista di una polemica sul giornale con i cacciatori per aver detto: «Non dobbiamo avere paura di ammettere che si tratta di un problema che accomuna Villacidro e altri paesi. Tutti si devono rendere conto che chiunque pratichi la caccia in periodi e in modi non consentiti dalla legge sta compiendo un reato e pertanto è perseguibile dalla legge. Spesso alcune uscite senza regole con gli amici si fanno senza rendersi conto delle conseguenze». Ma lui stesso aveva precisato: «Non abbiamo alcuna prova per poter accusare qualcuno e di certo non bisogna abbassare la guardia. Non abbiamo una lista di sospettati. Ma conosciamo l’ambiente dal quale provengono».

Anche a Guspini il rispetto delle regole per la caccia non è di casa. La Forestale durante i controlli di domenica ha sanzionato una compagnia di caccia per aver creato disturbo alla fauna selvatica. Avevano lasciato accese a volume altissimo per diverse ore due radio stereo con l’obiettivo di impedire la fuga dei cinghiali da una zona di battuta. Le radio sono state sequestrate e i cacciatori sanzionati.

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