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A beccacce con Tarcisio

Sulla beccaccia si è letto di tutto, dall’etologia alla migrazione fino a discutibili sconfinamenti in enigmatiche teorie che di fatto hanno poca attinenza con la realtà.

Queste righe non vogliono sminuire la letteratura venatoria in materia ma semplificare il concetto che per ottenere buoni risultati a beccacce si debba essere in possesso di due elementi: eccellenti ausiliari e conoscenza dei luoghi più adatti al reperimento della Regina del bosco. Tutto qui!

Tantissimi cacciatori si sono accostati a questo entusiasmante selvatico ma a causa della carenza di risultati hanno prematuramente abbandonato il campo per tornare alla ricerca di migratori facilmente reperibili. Altri invece hanno maturato nel corso degli anni un livello di conoscenze che gli consente di incontrare e incarnierare un buon numero di beccacce a stagione.

Tarcisio Urru di Tonara fa parte della seconda categoria di cacciatori nonostante metà del suo tempo “venatorio” lo dedichi al cinghiale.

Abitare alle pendici del Gennargentu è una grossa fortuna per un beccacciaio, qui infatti è possibile trovare ottimi spot che nulla hanno da invidiare a rinomate destinazioni turistico-venatorie.

Ci incontriamo al bar con un altro volto noto della cinofilia isolana: Andrea Piras di Ruinas, salito alle cronache dopo aver partecipato e vinto le finali mondiali del Trofeo S.Uberto organizzato dalla FIDC.

Un caffè, due chiacchiere e ci trasferiamo senza perdere altro tempo in zona di caccia, tra Fonni e Desulo.

Il terreno è umido e l’abbondante strato di foglie crea le condizioni ideali per la vita degli invertebrati di cui si nutre la beccaccia.

I paesaggi sono quelli che ammiriamo nei più classici dipinti raffiguranti scene di caccia nel bosco: è difficile pensare che in questo luogo non vi sia una beccaccia.

I setters di Tarcisio giocano in casa, lavorano di muscoli, di naso e di memoria andando a visitare vecchie e nuove rimesse con un’andatura veloce e frenetica e aperture di un centinaio di metri.

Il beeper diventa in breve tempo un rumore molto familiare ma nonostante la correttezza dei fantastici ausiliari, le beccacce non ci stanno a farsi fermare e al nostro avvicinamento s’involano senza darci possibilità di tiro.

Tarcisio imputa questo comportamento alle condizioni meteorologiche, il cielo è plumbeo e le prime gocce d’acqua ci fanno intuire che passeremo una mattinata umida!

Di nuovo, il beeper suona e in breve tempo ci troviamo nei pressi di un macchione.

Con tre fucili riusciamo a coprire ogni via di fuga e al frullo, due fucilate ci regalano la prima beccaccia della mattina.

Arriva l’acqua a complicarci la vita ma non molliamo anche perché, avere sotto gli occhi cani di questa caratura non è roba da tutti i giorni.

Assistiamo ad un susseguirsi di ferme e consensi alcune seguite da qualche fucilata, altre invece andate in fumo a causa del tempo che rende nervose e imprevedibili le tante beccacce presenti nel bosco.

A fine mattinata ci fermiamo per il meritato pranzo e possiamo ritenerci più che soddisfatti nonostante il fatto che se avessimo incontrato un tempo più clemente avremmo sparato di più.

Tarcisio alleva setter inglesi da 12 anni e il primo soggetto è ancora in forze, nonostante sia sordo.

La passione per la cinofilia lo porta spesso a frequentare gare federali talvolta con esiti più che positivi ma l’amore per la caccia, quella vera, non ha eguali.

Il rammarico è che a causa della continua contrazione del calendario venatorio il limite del carniere giornaliero appare troppo restrittivo.

Per fortuna che il cinghiale è sempre presente garantendo una buona alternativa ad una delle cacce più impegnative del nostro contesto isolano.

 

di Marco Loi

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