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Punto rosso o ottica da battuta?

cinghiali benecchi ottobre 2013Sulla carabina, o sarebbe più opportuno dire “sull’arma da cinghiale”, è meglio montare un collimatore a Punto Rosso oppure un’ottica da battuta?

Effettivamente questo è davvero un bel dilemma, specialmente oggi che, sia i cinghiali sia i territori di caccia, non sono più gli stessi. Quando da ragazzo andavo a caccia sui monti della Tolfa era impensabile che un cinghiale “puro maremmano” attraversasse al pulito una larga per più di una ventina di metri. Oggi invece, vuoi per le conformazioni del terreno vuoi per l’imbastardimento della razza, non è raro vedere folti branchi di cinghiali attraversare chilometri e chilometri di campi.

Nel corso degli anni, le distanze di tiro nella caccia in battuta sono passate ai cinque–dieci metri ai cinquanta–cento. In Ungheria, Bielorussia, Polonia, Croazia, Germania ed anche in Italia, specialmente nei calanchi dell’Appennino tosco–emiliano, molti cacciatori tirano ai cinghiali da distanze considerevoli ed a volte riescono a colpirli.

Tacca di mira e mirino non li usa quasi più nessuno, tolti forse canai e braccaioli. Si usano delle ottiche da battuta con obiettivi grandangolari e magari con i reticoli illuminati oppure dei collimatori elettronici di tipo tradizionale con il tubo da 30 mm (quelli da 40 e gli orrendi da 50 mm non li prendo neanche in considerazione) od olografici a “seggiolino”, come li chiama un mio amico. Sono meglio gli uni oppure gli altri?

Io sulle mie armi da battuta credo di aver montato in ugual numero sia i cannocchiali sia i Punti Rossi, in modo da poter usare al meglio l’uno o l’altro secondo il caso. Quando non prevedo di tirare lungo ( non più i trenta – cinquanta metri) scelgo sempre l’ HK 770 K 308 W con sopra un mirino olografico Docter Pluss II, se invece so in anticipo che mi toccherà sta di posta in un bel prato con molta visuale, allora prendo dalla rastrelliera una delle mie Browning BAR 30.06 con sopra il Re delle ottiche da battuta: lo Swarovski Z6i 1 – 6 x 24. Ma chi possiede una sola arma quale sistema di puntamento dovrebbe scegliere?

Vediamo, innanzi tutto, le caratteristiche fondamentali delle due tipologie. I cannocchiali da battuta hanno indubbiamente una marcia in più, specialmente se dotati di reticolo illuminabile e se hanno un grande campo visivo. Sono strumenti eccezionali sia come concezione meccanica sia per qualità ottica, ma badate bene: nella progettazione, nella scelta dei materiali, nella costruzione e nell’assemblaggio non ammettono compromessi, devono essere sempre d’ottimo e rinomata marca.

Quando il cannocchiale è utilizzato con l’ingrandimento al minimo ( 1 – 1,25 x ) può tranquillamente svolgere lo stesso lavoro di un buon Punto Rosso, ma è con l’aumentare della potenza ottica che esprime il meglio di sé, consentendo di tirare ad animali fermi od anche in leggero movimento fino ad una buona distanza nell’ordine dei cento–centocinquanta metri. I cannocchiali hanno però ingombri e pesi maggiori dei mirini elettronici, per non parlare poi del costo ( doppio o triplo! ) e delle difficoltà di montaggio.

Perché la tradizione vuole che le ottiche da battuta siano sempre montate sugli express, sui combinati e sulle carabine semiautomatiche con degli ottimi attacchi in acciaio a sgancio rapido, come i Leupold QR, i Rachnagel, gli EAW ( Ernest Apel ), i Mak Kilic e i Poli Nicoletta Erredi–Trading. I collimatori Red Point sono solo più economici, più leggeri e più compatti e possono essere montati, di solito fissi, da chiunque abbia un minimo di esperienza manuale.

 C’è da considerare anche un’altra cosa che forse il vostro armiere di fiducia non vi ha mai detto e che non vi dirà mai: un cannocchiale da battuta montato a “regola d’arte” manterrà la taratura iniziale costante e inalterata nel tempo anche se dovesse essere smontato e rimontato un’infinità di volte, mentre, purtroppo, non si può dire lo stesso di un Punto Rosso.

Di norma, durante la stagione venatoria, un “tubo” o un “seggiolino” andrebbero ricontrollati almeno un paio di volte perché spesso e volentieri si starano. Non chiedetemi il motivo perché sinceramente non lo so. A volte l’azzeramento rimane perfetto per un paio d’anni, altre volte bisogna invece fare dei piccoli aggiustamenti ogni mese, anche se non abbiamo sparato un sol colpo e siamo stati molto attenti nel maneggiare l’arma. Sicuramente i sistemi di regolazione e di fissaggio del reticolo di un cannocchiale di produzione tedesca, austriaca o americana, non sono come quelli di un collimatore elettronico giapponese, cinese o coreano. Una raffica di cinque o addirittura più colpi, sparati da una semiauto in grosso calibro genera sollecitazioni notevoli all’impianto ottico.

Queste sollecitazioni sono state controllate, gestite e risolte dai tecnici di tutte le case produttrici; chissà se nel Sol Levante avranno fatto lo stesso? I migliori modelli di cannocchiali da battuta sono quelli che adottano un reticolo montato sul secondo piano dell’immagine, in questo modo s’è risolto il problema che affliggeva moltissimi cacciatori. Avete presente quelle ottiche variabili d’origine prettamente europea, che con l’aumentare degli ingrandimenti aumentano anche le dimensioni del reticolo?

Io ne ho provate e utilizzate parecchie per quasi trent’anni e mi sono sempre chiesto: ma non sarebbe meglio il contrario? Quel sistema di regolazione del reticolo sembra un controsenso. Ai bassi ingrandimenti (che si usano in battuta e/o per i tiri a breve distanza), il reticolo è piccolo e poco visibile, mentre con il salire degli ingrandimenti (che dovrebbero servire per tirare a lunga distanza contro bersagli di ridotte dimensioni), il reticolo s’ingrandisce e diventa troppo marcato. Mi permetto di sconsigliare anche quei reticoli che hanno solo un puntino illuminabile perché non sono ben visibili se accesi, e totalmente inservibili da spenti.

Un reticolo da caccia deve essere ben visibile anche con forte contrasto e quando c’è molta luce. Ottimi sono quelli con la croce oppure anche con il solo punto d’intersezione illuminabile. Insomma, mi sembra di aver chiarito che i cannocchiali ad ingrandimento variabile hanno tanti pregi e pochi difetti e che per essere usati al massimo della loro potenzialità dovremmo ben ponderare sia gli uni sia gli altri. Di cannocchiali da battuta variabili d’ottima marca che costano meno di mille euro se ne trovano pochi, chi può permetterseli fa benissimo ad acquistarli, ma per poterli utilizzare a dovere è necessario prestare un minimo d’attenzione alle loro caratteristiche tecniche e farci la dovuta pratica.

Il collimatore elettronico a Punto Rosso è molto più economico, praticamente alla portata di tutti, se ne trovano di onesti anche a poche centinaia di euro, ma non dimenticate, che in questo caso, mai proverbio è stato più azzeccato: “Se una cosa costa poco, state tranquilli che vale ancora meno”. Il brutto di questi strumenti è che si somigliano tutti ed è molto facile sia fare confusione sia subire qualche proposta indecente. Ricordate che l’armiere è principalmente un commerciante, che dalla sua attività deve tirar fuori “sia la pagnotta sia il companatico”.

Di solito tende a venderti (ma non tutti fortunatamente) quel che ha in negozio ed il prodotto che gli garantisce un maggior guadagno. Quante volte vi avranno proposto di acquistare, anche usati, un “similqualcosa grande marca? Mi sbalordisce sempre vedere quanti furbastri pullulano nel nostro Paese. Il successo di questo rivoluzionario accessorio è stato immediato e vertiginoso tanto che oggi tre cacciatori di cinghiali su cinque lo utilizzano sulle loro carabine semiautomatiche ed anche, perché no, su combinati ed express.

Il Red Point non ha ingrandimenti perché è stato progettato per il tiro ad occhi aperti a brevissima distanza e di solito ha un potenziometro graduato che serve a regolare l’intensità del punto luminoso. Alcuni modelli possiedono anche un ulteriore ghiera che permette di modificare le dimensioni del “ Dot “, ma non hanno regolatrici diottriche anche se sono sempre a fuoco. I modelli più comuni sono forniti completi d’attacchi fissi in alluminio, di prolunghe adattatrici e di filtri polarizzatori per oscurare le lenti in presenza di troppa luce.

Ripeto, i collimatori elettronici vanno controllati e ricontrollati con frequenza, perché non hanno delle tecnologie costruttive particolarmente accurate. Scegliere di montare un cannocchiale da mira o un collimatore a punto rosso dipende dalle esigenze personali, dal “ portafoglio “ ed anche dai gusti personali, spetta a voi l’ardua scelta.  

                                             
  Marco  Benecchi
 

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