Ars Venandi 39 è in edicola! – Ars Venandi

Ars Venandi 39 è in edicola!

E adesso che facciamo?
11 Gennaio 2017
Ars Venandi n° 41
30 Maggio 2017
Mostra tutto

Ars Venandi 39 è in edicola!

ARS_1Sugli Ambiti Territoriali di Caccia si è detto tanto e sono note le posizioni dei cacciatori sardi: da una parte i favorevoli ne auspicano l’istituzione per godere dei privilegi della caccia programmata; dall’altra, i contrari, temono la ne del nomadismo venatorio e l’aumento dei costi a loro carico. Entrambe le fazioni espongono delle giuste argomentazioni ma di fatto, la materia è estremamente complessa e non può essere sintetizzata.

C’è un punto sul quale è necessario ri- ettere, prima peró ripercorriamo ciò che è successo negli ultimi tempi.

Nel 2012 il governo regionale ha avviato l’iter necessario per l’approvazione del Piano Faunistico Venatorio nominando l’autorità competente per la Valutazione Ambientale Strategica (un procedimento di analisi preventiva dell’impatto ambientale derivante dall’attuazione degli strumenti di piani cazione il cui scopo è quello di promuovere lo sviluppo sostenibile e proteggere l’ambiente). Successivamente ci sono state una serie di attività preliminari all’elaborazione dei documenti di Piano F.V.R. e di VAS.

La RAS ha stilato il “documento di scoping”, uno strumento preliminare per il confronto tra tutti i soggetti competenti in materia ambientale ed il pubblico. Fra le righe emerge lo

scopo fondamentale del PFV ossia la conservazione delle effettive capacità riproduttive e il contenimento naturale delle specie carnivore e delle altre specie, nonché la regolamentazione del prelievo venatorio. Il Piano individua, tenendo conto della piani cazione territoriale e della piani cazione faunistico-venatoria in atto, gli areali delle singole specie selvatiche, stato faunistico e vegetazionale degli habitat. Inoltre veri ca la dinamica delle popolazioni faunistiche, ripartisce il territorio secondo le diverse destinazioni e individua gli interventi volti al miglioramento della fauna e degli ambienti.

Nello speci co, fra gli obiettivi gestionali appare la voce ”predisposizione di Linee Guida per la gestione degli ungulati selvatici ruminanti; – realizzazione di programmi e linee guida di controllo numerico delle popolazioni”. Ciò vuol dire che si vuole guardare alle popolazioni di cervi, mufoni e daini con un’ottica nalmente moderna, pensando sia alla conservazione ma soprattutto alla gestione di questi animali che anno dopo anno espandono il loro areale di distribuzione. Innegabile che questo punto rientra fra i pregi che l’adozione del PFV può portare, senza però dimenticare

che gli svantaggi sono concreti

ed estremamente pericolosi.

Il 6 ottobre scorso a Cagliari, è avvenuto un incontro posto in essere dalla RAS in ottemperanza alla procedura di approvazione del PRFV, ha visto come da copione l’intervento dei funzionari della Regione e del Prof. Apollonio, redattore del documento, per illustrare i contenuti, le argomentazioni e le normative di riferimento che hanno portato alla stesura del documento. Ora mancano all’appello la fase istruttoria nella quale si esaminerà la proposta di Piano ed il Rapporto Ambientale, lo studio di incidenza e la coerenza del sistema di monitoraggio proposto in funzione degli obiettivi ambientali del piano e dei potenziali impatti del piano sull’ambiente.

Successivamente si andrà verso la fase di approvazione che prevede la presa d’atto del Piano Faunistico-Venatorio Regionale da parte della Giunta Regionale ai ni della trasmissione al Consiglio Regionale per l’approvazione.

In conclusione, è impossibile oggi fare delle previsioni sul futuro che ci aspetta soprattutto in considerazione del fatto che durante la fase di VAS potrebbero essere accolte delle proposte provenienti dalle AAVV.

Comunque sia, non dimentichiamoci che dalla “157” non si scappa.

 

IN QUESTO NUMERO:

 

Cormorani, giuste o cattive strategie? –  E’ iniziato il Piano triennale di contenimento dei danni provocati dai cormorani nei compendi ittici della Sardegna

 

Emergenza trichinellosi – Parla il Dott. Ennio Bandino, responsabile IZS di Nuoro

 

Quel che bolle in pentola, a cura di A.N.L.C.

 

Gli jagd terrier in Sardegna – Un’interessante razza che da il meglio quando il gioco si fa duro

 

Il calendario delle gare SIPS –  Il 2017 sarà un anno ricco di prove per appassionati segugisti

 

Prima prova per terrier e bassotti – Organizzata dalla Società Amatori Cani da Tana, Traccia e Limiere

 

Beccacce e maestrale – Ricordi indelebili di caccia

 

La compagnia “Sa Cora” di Zeddiani – Giovanissima squadra di cinghialai

 

Bravo! Bel colpo. – L’emozione della caccia al cinghiale

 

Doppia internazionale a Sassari Organizzata dal Gruppo Cino lo Sassarese e dal Gruppo Cino lo Logudorese

 

Alimenti per cani Dogo Profenda – Nuova linea sarda di mangimi per cani

 

ZAC Sant’Isidoro – Pernici, lepri e conigli a San Nicolò d’Arcidano

 

Benelli Colombo – Lo specialista della caccia alla migratoria

 

Land Rover Freelander –  Il giusto compromesso tra comfort e doti off road

 

Fucili ad anima liscia Hatsan – I semiautomatici della famiglia Escort sono sempre più diffusi in Sardegna

 

La scelta della palla giusta – Un giusto compromesso fra potere d’arresto e danneggiamento della carne

 

Bindelle per carabine Toni System, l’innovativo sistema di mira che facilita il tiro in movimento

 

Bushnell Trophy Cam HD –

La fototrappola wireless ad alta risoluzione

 

Abbigliamento La Nuova Regina – Capi tecnici per i cacciatori esigenti

 

Questioni di etica

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

1 Comment

  1. eraldo ha detto:

    Buon giorno, ancorché quasi sera. Premetto che amo andare a caccia sin da bambino, anche se non sono un patito del carniere. L’attività venatoria mi da un senso di libertà ulteriore, quasi pace. Sono nato in sardegna e da circa 40 anni abito nel nord Italia, nello specifico in lombardia. Ogni tanto vado a caccia in sardegna, in particolare mi piace la caccia al tordo (vagante), favolosa. Nella regione dove attualmente risiedo, tanti anni fa, certamente più di 20, sono stati costituiti gli ambiti territoriali, a loro volta suddivisi in zone (a, b, ecc.). Tale decisione, voluta da pochi soggetti è stata di conseguenza subita da molti, parte dei quali hanno rinunciato all’esercizio venatorio. In pochi anni nel solo comune di residenza coloro i quali hanno rinunciato sono stati più di 300, in precedenza erano 700 su una popolazione di circa 7000 abitanti. Gli spazi in cui esercitare l’attività venatoria sono pochi e ristretti, quasi ad essere confinanti all’interno di riserve. Attesa la scarsità di territorio disponibile all’esercizio venatorio, nelle poche aeree libere vi è una grande concentrazione di appassionati, che aspettano, molte volte invano, il passaggio migratorio di molteplici specie, fringuello, allodole e altri uccelli e uccellini non rientranti cultura di caccia dei sardi (questo in pianura). In montagna, invece, vi è un importante passaggio migratorio, costituito da moltissime specie, molte delle quali non cacciabili. In prevalenza la caccia in montagna è pratica mediante l’utilizzo di capanni di caccia con richiami vivi. Comunque, in pianura o montagna il discorso non cambia. Non potendo uscire dall’ambito assegnato e/o dalla zona richiesta, rimani comunque confinato in una piccola o piccolissima area. Per tali motivi, auspico che sulla scorta delle siffatte esperienze, non vengono approvati gli ambiti territoriali anche in sardegna. Per quanto mi consta, ovunque essi siano stati istituti hanno prodotto enorme disappunto e malumori di ogni sorta, talvolta anche di ordine pubblico. Attesa la scarsità di territorio fruibile per la caccia, negli stessi territori oltre ai cacciatori, legittimamente autorizzati, vi è anche un controllo stringente e pressante da parte di svariati organismi, tra i quali figurano: lipu, wwf, forestali (ora carabinieri), guardie volontarie, ecc.. Come se ciò non fosse sufficiente, talvolta (quasi ogni stagione venatoria), arrivano anche i disturbatori esteri. Praticare la caccia in queste zone diventa impegnativo, bisogna essere accompagnati da un legale perché ad ogni fucilata (essendo tutto proibito o quasi) la possibilità di commettere un reato è altamente probabile. Pertanto da sardo e da amante della caccia, auguro a tutte le parti in causa l’applicazione del buon senso ed il rispetto delle tradizioni locali, senza dover ricorrere all’adozione di iniziative ai più incomprensibili. Per tali motivi, ancorché grossolanamente rappresentati, auspico che i rappresentanti dei cacciatori di sardegna compiano ogni possibile sforzo, dialogando con tutte le parti in causa affinché venga impedita la costituzione dei richiamati ambiti territoriali. La sardegna è si in Italia ma è diversa, la cultura e le tradizioni sono diverse, il rispetto per l’ambiente è diverso, il territorio è diverso, il tipo e modalità di caccia sono differenti. Per tali motivo non comprendo e comunque mi riesce difficile immaginare le vere finalità della ventilata proposta di adozione di tale sistema venatorio, risultato essere, laddove adottato, pressoché fallimentare. Buon lavoro e che il buon senso prevalga sulle diverse sensibilità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *